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La crisi nel mondo del cinema e del teatro: Scarpati lancia l’allarme

Sempre più grave la situazione anche per i settori di cinema e teatro, il presidente del Sai Scarpati punta il dito sui problemi ed indica la via d’uscita dalla crisi


La crisi, è proprio il caso di dirlo, non sembra risparmiare nessuno: a lanciare l’allarme sull’ennesimo settore colpito è Giulio Scarpati, attore e presidente del Sai, il sindacato Cgil che raggruppa gli appartenenti alla categoria e che ha tutte le intenzioni di essere ascoltato al congresso nazionale in programma a Roma il 19 e 20 di questo mese. Le prime avvisaglie si sarebbero avute nel 2012 quando, secondo Scarpati, anche limitando il campione osservato al solo settore Cinema e Tv ci si è potuti rendere conto con una certa preoccupazione del netto calo delle giornate lavorative di attori e tecnici, passate nell’arco di un anno da un totale di 7464 a 6348 all’ultima registrazione effettuata. Anche peggio nel settore teatrale visto il drastico calo delle produzioni di spettacoli e il preoccupante aumento dei lavoratori che si trovano ad aver lavorato senza ricevere un compenso, come da mesi è per esempio il caso del Teatro Stabile di Catania secondo quanto riferisce Scarpati. Oltre alla riduzione del lavoro che inevitabilmente si accompagna alla crisi in atto, secondo l’attore il settore sconta il prezzo di una poca trasparenza delle regole e di una loro scarsa certezza rispetto a quelle che regolano altri ambiti lavorativi: se la prosa lamenta un contratto nazionale in scadenza e disatteso, viziato dall’assenza di norme di settore che provocano l’arrestarsi dei fondi alle amministrazioni che non li spendono in nuove produzioni; per il settore Cinema e audiovisivi la situazione è anche più tragica, mancando anche il contratto nazionale. Questo porta all’abbandono dell’ambiente ed alla conseguente perdita di professionalità da parte di molti attori, specie giovani, rendendo la crisi una spirale discendente di difficile uscita; la soluzione secondo il Sai sarebbe riunire tutti i lavoratori del settore in un unico comparto, dotandolo di una regolamentazione che ne garantisca la tutela.



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