La notte arriva sempre: il film di Netflix che potete evitare di vedere
Questa settimana abbiamo visto su Netflix il film La notte arriva sempre e vi spieghiamo perchè secondo noi, potete anche evitare di vederlo

Uscito su Netflix il 15 agosto 2025, La notte arriva sempre porta sullo schermo l’omonimo romanzo di Willy Vlautin con la regia di Benjamin Caron. Un thriller drammatico ambientato a Portland, che racconta la corsa disperata di Lynette (Vanessa Kirby), giovane donna che ha solo 24 ore per racimolare 25.000 dollari ed evitare lo sfratto della sua casa, dove vivono anche la madre instabile e il fratello Kenny, affetto dalla sindrome di Down. Presentato con un trailer di pochi minuti che ci parla di un thriller e di qualcosa di molto crudo, che ci racconterà grandi cose, il film sembra promettere bene.
Peccato che appunto, queste promesse, restino sulla carta e nelle prime anticipazioni. Il resto infatti, a nostro modesto parere, è fuffa. Se quindi ci chiedete se valga o meno la pena vedere La notte arriva sempre, bhè la risposta è NO! Il film prometteva un mix di tensione, dramma sociale e introspezione psicologica. Ma il risultato finale divide critica e pubblico: un’opera intensa per l’interpretazione della protagonista, ma non del tutto convincente sul piano narrativo.
La notte arriva sempre: il film di Netflix è bocciato
Cosa salviamo de La notte arriva sempre uno dei film tra i più visti questa settimana su Netflix? Se c’è un elemento su cui tutti concordano, è la prova di Vanessa Kirby. L’attrice inglese regge quasi da sola l’intero film, con la macchina da presa che non si stacca mai dal suo volto e dalle sue espressioni.
Secondo Movieplayer.it, il film diventa “un vero e proprio one-woman show”, mentre Cinematographe.it parla di una delle sue performance più riuscite. Everyeye.it la definisce addirittura “gigantesca”.
Ed è vero: Kirby restituisce tutta la disperazione e la forza di una donna intrappolata tra il peso della famiglia e il bisogno di libertà. È grazie a lei se il film mantiene la sua intensità, anche nei passaggi più deboli della sceneggiatura. Peccato che non si approfondiscano maggiormente i flashback sul passato di Lynette, forse sarebbero stati utili per comprendere meglio le sue azioni.
L’ambientazione notturna di Portland contribuisce a creare un’atmosfera cupa e soffocante. La regia sceglie un ritmo serrato, senza pause, accompagnando Lynette in una corsa contro il tempo che tiene lo spettatore con il fiato sospeso. Tuttavia, non mancano le critiche. Cinematographe.it sottolinea come il film cada spesso in un “eccesso di retorica e patetismo”, mentre Everyeye.it parla di un accumulo eccessivo di disgrazie che rischiano di rendere la vicenda poco credibile. Non solo, ci sono delle situazioni parecchio surreali che si allontanano anche dalla realtà.
Insomma, la tensione c’è, ma a tratti si ha la sensazione che la sceneggiatura voglia forzare troppo la mano sul dramma.
La notte arriva sempre: il finale che delude
Il punto più controverso è senza dubbio il finale. Invece del classico lieto fine, il film sceglie una conclusione amara e coraggiosa: Lynette decide di lasciare andare la casa, rinunciando al simbolo della sua battaglia per scegliere finalmente sé stessa.
Secondo Bestmovie.it, si tratta dell’atto di ribellione più potente del personaggio. Everyeye.it evidenzia come il finale, pur lasciando aperti molti interrogativi, rappresenti una sorta di nuovo inizio.
Eppure, proprio qui nasce la delusione. La mancanza di una vera catarsi lascia molti spettatori insoddisfatti, ed è anche la nostra impressione: dopo tanta tensione, ci si aspetterebbe una risoluzione più appagante. Invece il film lascia un senso di vuoto, pur invitando a riflettere su temi importanti come l’indipendenza personale e il legame familiare. Quando si guarda un film, alla fine ti deve restare sempre qualcosa, qualcosa che magari ti porti a pensare o magari a farti delle domande. La notte arriva sempre è banale e con un finale che davvero, delude parecchio le aspettative. Peccato.