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Emanuele Dotto parla della malattia: “Il corpo sta andando dove vuole”

Emanuele Dotto da sei anni combatte contro la malattia: "Ho avuto molto e molto mi è stato tolto"

Emanuele dotto sclerosi

Per anni abbiamo ascoltato Emanuele Dotto, voce storica di Tutto il calcio minuto per minuto, oggi il suo racconto è ben diverso, parla della malattia, della sclerosi multipla che lo vede peggiorare lentamente. E’ a La Repubblica che Emanuele Dotto racconta il suo presente, parla del suo corpo, che va dove vuole.

Sente di essere fortunato perché la mente e la memoria sono con lui. Ha appena compiuto 73 anni e vive ogni giorno come uno in più; Emanuele Dotto aveva 67 anni quando i medici gli hanno detto che aveva la sclerosi multipla. Leggi anche Georgette Polizzi in ospedale per combattere la sclerosi multipla: “E’ tornata”

Emanuele Dotto, la malattia

Sei anni fa è arrivata la pensione ma per Emanuele Dotto il gusto della nuova vita è durato poco, perché un mese dopo ha ricevuto una delle notizie più devastanti. “Un mese dopo mi è stata mi è stata diagnosticata la sclerosi multipla progressiva. Avevo 67 anni e 6 mesi – ma oggi riesce a dire – ora ne ho appena compiuti 73 e ogni giorno è un giorno guadagnato con la sclerosi multipla”. 

Il mondo del calcio adesso è lontano, le sue giornate sono diverse ma è la malattia che ha reso tutto diverso. “Trascorro il tempo in carrozzina ascoltando musica, leggendo e sopravvivendo. Ho avuto molto, e molto mi è stato tolto, però nel cambio ci guadagno”. Resta ottimista, il suo pensiero è positivo, è questa la sua forza ma non la più grande perché c’è la famiglia che per Dotto è tutto. 

“Non ce la farei senza mia moglie Marina e mia figlia Emanuela – confida – Il corpo sta andando dove vuole, la mente e la memoria per fortuna no”. 

I veri appassionati di calcio lo ricordano alle sue telecronache fino al 2019. Dal 1980 al 2019 in Rai, era quello il suo mondo, anche se ha iniziato con il Corriere Mercantile di Genova: “Era il giugno 1976, collaboravo con il Corriere Mercantile di Genova e arrivai per caso in Vespa insieme a mio fratello Matteo sul luogo dove le Brigate Rosse avevano appena ucciso il giudice Francesco Coco e due uomini della scorta”.

La radiocronaca delle partite di calcio e soprattutto quelle del Genoa e della Sampdoria. Soddisfatto della sua carriera: “Ho visto, ho guardato, ho raccontato, mi sono divertito”. Ma non c’è stato solo il cacio, anche la Formula 1, i Giochi Olimpici Estivi, il Giro d’Italia, il Tour de France.

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