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La vedova di Stefano D’Orazio adesso svela perché lasciò i Pooh. Colpa della figlia?

C'è una verità che Tiziana Giardoni, la vedova di Stefano D'Orazio, svela solo adesso, sul motivo per cui lascio i Pooh

stefano d'Orazio figlia

La parola passa di nuovo alla vedova di Stefano D’Orazio, perché Tiziana Giardoni è stanca, ciò che rifiuta del tutto è che si parla male dell’uomo che ha sposato. La questione sull’eredità di Stefano D’Orazio è al centro di tutto, dopo il riconoscimento di Francesca Michelon come sua figlia legittima, perché il tribunale ha ovviamente annullato il testamento del 2016 ma questo è solo l’inizio.

E’ così triste sentire il nome dello storico batterista dei Pooh legato non alla musica ma a questioni private che evidentemente sono dolorose. Tiziana Giardoni al Corriere della Sera solo adesso tira fuori ciò che pensa sul motivo per cui Stefano D’Orazio lasciò i Pooh. >>Lo sfogo di Francesca Michelon, la figlia di Stefano d’Orazioni: “contro di me una guerra, sono stanca”

La moglie di Stefano D’Orazio svela una cosa importante 

E’ una motivazione che addolora tutti, anche i fan, immaginiamo la moglie di Stefano D’Orazio ma c’è anche sua figlia, Francesca Michelon. 

“Non ho capito quale sia la mia colpa. Ho inseguito per anni una sola verità, vedere riconosciuto il mio diritto di figlia” sono state le sue parole, quella della figlia di Stefano ma Tiziana ribatte: “La cosa che mi infastidisce più di tutte è vedere buttare fango sulla memoria di mio marito Stefano, un uomo buono e generoso che ha fatto tanto del bene. Se le persone attaccano me non importa: ma non accetto che si metta in dubbio la lealtà di Stefano”.

Aggiungendo che non c’è alcun patrimonio milionari: “come sostengono gli avvocati della Michelon che parlano di due attici a Roma, in realtà è un normalissimo appartamento al 7° piano in cui vivo io”.

Ed ecco la verità svelata dalla Giardoni: “In quegli anni aridi ho visto mio marito diventare un’altra persona: era così spaventato che nel 2009 decise di lasciare i Pooh. Le richieste erano diventate insistenti e lui non voleva trascinare il gruppo in uno scandalo morale. Non credo di esagerare nel dire che si sentiva con le spalle al muro”.

In pratica: “Stefano si autodefiniva un bancomat” e questa frase chiarisce tutto il suo pensiero. “Veniva cercato solo come mero sostenitore economico: le richieste di denaro erano puntuali e insistenti. Questo portò Stefano a uno stato di prostrazione tale da doversi sottoporre a visite specialistiche e ricoveri, fino alla prescrizione di antidepressivi”.

Non è tutto: “Il 6 novembre del 2020, giorno della morte di Stefano. Gli avvocati della Michelon mandarono una pec all’ospedale Columbus chiedendo l’esame del Dna sul corpo di mio marito appena deceduto”. 
Ma chi sta accanto alla moglie di Stefano D’Orazio in tutto questo?  “Sempre e solo la mia famiglia. E spero nel sostegno dei Pooh” la sua risposta al Corriere. 

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