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Cagliari, adolescente si uccide per amore

Cagliari, istituto dei Salesiani, un normale e tranquillo giorno di scuola, quando allo scoccare della campanella che annunciava la ricreazione, uno studente di 14 anni si è lanciato davanti a tutti dal balcone della sua classe ponendo fine alla sua vita che forse riteneva troppo inutile. Il ragazzo ha approfittato di un momento in cui […]


Cagliari, istituto dei Salesiani, un normale e tranquillo giorno di scuola, quando allo scoccare della campanella che annunciava la ricreazione, uno studente di 14 anni si è lanciato davanti a tutti dal balcone della sua classe ponendo fine alla sua vita che forse riteneva troppo inutile. Il ragazzo ha approfittato di un momento in cui la soglia del controllo è minima e le probabilità di salvataggio molto rare. Non si conoscono i motivi effettivi che hanno spinto l’adoelscente al suicidio, prendere questa radicale decisione e qualcuno parla di una probabile delusione d’amore.

Il suicidio è sempre un atto che fa riflettere perché si sopraggiunge allo stesso quando non ci si sente più in grado di portare i pesanti fardelli che la vita ci consegna. Quando a commetterlo è un ragazzo di 14 anni, nel pieno delle sue forze e con davanti una prospettiva rosea di un futuro tutto da disegnare, la mancata comprensione del gesto si fa ineluttabile. È questo ciò che devono aver provato gli spettatori increduli di uno spettacolo di morte in diretta il cui protagonista era il proprio compagno di classe, lo studente un po’ timido che rimaneva in disparte, la persona con la quale qualche minuto prima magari ci si era fermati a conversare.

 L’adolescenza è un periodo della vita dove si attraversano svariate fasi e la mente è offuscata da mille pensieri quasi sempre negativi. È un momento in cui ci si mette in forte discussione e si diventa il peggior giudice di se stessi, per cui va capito e compreso dagli adulti specie quando si intravedono i primi campanelli di allarme in quei soggetti più predisposti a autocritiche distruttive. Un rifiuto non viene metabolizzato a dovere anzi ingigantito e racchiuso in un Io troppo fragile tende a scoppiare e a confluire in gesti eccessivamente drastici. Forse, questo ragazzo, voleva semplicemente essere capito, forse la tragedia poteva essere evitabile ma non ha dato scelta, si è fatto arbitro del suo destino e ha deciso di smettere di lottare e soffrire

Giselda Cianciola



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