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Milano, baby gang “incastrata” da Facebook: arrestati

E’ solo l’ultimo caso di “baby gang”. Sono due i minorenni che sono finiti in manette, arrestati dai carabinieri per rapina. I ragazzini sono stati riconosciuti tramite Facebook. Ingenuamente, la baby gang si vantava delle loro opere sul social network. Il tutto è accaduto a Milano, in zona Gratosoglio. Ad essere arrestati sono stati un […]


E’ solo l’ultimo caso di “baby gang”. Sono due i minorenni che sono finiti in manette, arrestati dai carabinieri per rapina. I ragazzini sono stati riconosciuti tramite Facebook. Ingenuamente, la baby gang si vantava delle loro opere sul social network. Il tutto è accaduto a Milano, in zona Gratosoglio. Ad essere arrestati sono stati un quindicenne e un sedicenne, ma c’è anche un terzo ragazzino, loro complice, di soli 13 anni. Vista l’età non poteva che essere segnalato.

Il “capo gang” sarebbe il ragazzino 16 enne finito in manette. Il suo soprannome era “Diabolik”, un nome che lascia intendere molto. Il ragazzino ora è denunciato anche per lesioni gravi. Secondo i carabinieri, a fine febbraio 2011, “diabolik” aveva tentato di rapinare un 17 enne, in piazzale Abbiategrasso. La vittima, rifiutatasi di consegnare il suo Ipod, è stata colpita con un tirapugni in volto, procurando una frattura orbito-oculare. 17enne aggredito a Febbraio aveva poi subito un intervento chirurgico per l’inserimento di una protesi, con prognosi di 35 giorni. La baby gang, da quanto si apprende, terrorizzava l’intero quartiere, da circa dicembre. Gli altri 4 episodi contestati ai 3 risalgono a gennaio e febbraio. La prima rapina dei ragazzini avvenne in via Saponaro: Diabolik e i suoi due complici minacciarono con un coltello tre coetanei, facendosi consegnare i contanti e i cellulari che avevano. Ma è bastata la prontezza di uno delle vittime a mettere fine al loro gioco. Un ragazzino rapinato conosceva la storia di Diabolik. E’ bastato un giro su facebook per  rintracciarlo e denunciarlo ai carabinieri. E’ stato il social network a incastrare il ragazzino. Quindici i giovani indagati a piede libero dai carabinieri, che su Facebook commentavano, fieri di loro: “Siamo i numeri 1”, “Quello l’abbiamo pestato a sangue”, “W Totò Riina”, “W Salvatore Lo Piccolo”, “Sbirri maledetti, vi distruggo se vi acchiappo”.

 



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