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Immigrati in rivolta a Lampedusa: il centro d’accoglienza va a fuoco

Un incendio ha distrutto il centro d’accoglienza di Lampedusa. L’incendio è stato causato dai tunisini, in protesta perché fermi da troppo tempo sull’isola di Lampedusa. Le fiamme e il fumo nero erano visibilissime, anche a molte miglia dalla costa. Il fuoco ha mangiato le stanze e i padiglioni, provocando decine di intossicati, tra migranti e […]


Un incendio ha distrutto il centro d’accoglienza di Lampedusa. L’incendio è stato causato dai tunisini, in protesta perché fermi da troppo tempo sull’isola di Lampedusa. Le fiamme e il fumo nero erano visibilissime, anche a molte miglia dalla costa. Il fuoco ha mangiato le stanze e i padiglioni, provocando decine di intossicati, tra migranti e uomini dei vigili del fuoco e delle forze dell’ordine. Tra le persone portate in ospedale vi era anche un immigrato paraplegico, costretto su una sedia a rotelle che ha faticato non poco per uscire dall’incendio divampato nel pomeriggio di ieri.

L’incendio è servito a riaccendere la questione immigrazione a Lampedusa, dove, anche se se ne parla poco, è ancora emergenza allo stato puro. Dopo gli sbarchi continui dello scorso febbraio, la situazione sembrava essersi placata: di Lampedusa non se ne parlava più, non c’erano più le immagini che documentavano come si viveva, non c’erano più le telecamere. Non c’era perfino più il presidente del Consiglio a parlarne.Dunque sembrava che tutto si svolgesse nella normalità, nel migliore dei modi. Ma non era così: gli sbarchi sono continuati sempre più frequentemente e, ancora una volta, il centro di permanenza è tornato ad affollarsi  mentre i trasferimenti sulla terraferma si sono interrotti. Nella disperazione, dopo le proteste pacifiche non ascoltate, qualcuno ha pensato di appiccare il fuoco. Nel caos dovuto all’incendio, alcuni immigrati sono riusciti a scappare, ma sono stati ripresi dagli uomini delle forze dell’ordine e radunati nello stadio comunale di Lampedusa, a Casa Saline. Il Viminale ha fatto sapere che il rogo sarebbe legato al fatto che i rimpatri vanno avanti al ritmo di cento tunisini al giorno, un numero più alto di quello concordato da Maroni ad aprile con le autorità di Tunisi.
Il sindaco di Lampedusa torna a gridare aiuto al Governo: “Il governo deve intervenire, cosa si aspetta? Che a Lampedusa scoppi la guerra civile?
Il governo lo vuole capire che l’attuale governo tunisino è peggio di quello di Ben Ali? Che tutti gli avanzi di galera li mandano da noi? Che non mantengono nessun accordo?“.



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