Dopo il ritrovamento di Gina Monaco si esclude l’omicidio: cosa è successo?
Gina Monaco è scomparsa il 6 aprile è stata ritrovata morta l'8 maggio: era a pochi metri da casa, forse è sempre stata lì. Non sarebbe stata uccisa, che cosa è accaduto allora?
E’ davvero un giallo quello di Gina Monaco. Quel video che la mostra mentre corre con dei sacchetti e la borsa in mano e poi il nulla. Dopo un mese dalla sua scomparsa, le immagini sono del 6 aprile, ieri la scoperta. Gina potrebbe esser stata sempre lì, come accade spesso quando le persone scompaiono, a pochi metri dal punto in cui era stata vista per l’ultima volta. Meno di 500 metri da casa sua, in un boschetto dove teoricamente, si è cercato. Un posto impervio, dicono, che ha nascosto il cadavere di Gina Monaco fino a ieri.
Gina Monaco non sarebbe stata uccisa
La stampa locale racconta: “Il corpo senza vita di Gina Monaco, 60 anni, originaria di Ceglie Messapica in provincia di Brindisi, è stato rinvenuto questa mattina in contrada Tratturo Moretto, a poche centinaia di metri dalla sua abitazione. Il cadavere era nascosto tra una fitta vegetazione di sterpaglie e arbusti, in una zona particolarmente impervia“. Sempre in quel boschetto, i giornalisti che avevano raccontato il caso, ci erano anche stati e avevano mostrato le condizioni in cui era anche complicato camminare. Nessuno però ha pensato di cercare meglio. E ora si cerca di capire che cosa è successo a Gina: ha avuto un malore? Quando è morta? Una cosa sembra essere certa: non si tratterebbe di omicidio.
Secondo quanto riportato in una nota dal procuratore reggente di Brindisi, Antonio Negro, “la donna, deceduta verosimilmente per cause non imputabili ad altri, è stata ritrovata riversa al suolo in un’area difficilmente accessibile”. Ulteriori accertamenti saranno eseguiti per confermare con certezza l’identità e stabilire le cause del decesso. Non si esclude che la Procura possa disporre l’autopsia.
Il ritrovamento è avvenuto nel corso di una perlustrazione condotta dai carabinieri e dal personale dell’Arif Puglia, nell’ambito delle ricerche attivate dalla prefettura di Brindisi, dopo la scomparsa della donna lo scorso 6 aprile. Le ricerche si sono intensificate quando, nel corso dei sopralluoghi, è stata individuata una ciocca di capelli, che ha indirizzato gli operatori verso l’area dove è stato infine trovato il corpo. Eppure, ricordiamolo, il cellulare della donna era stato segnalato proprio in quei boschi nelle ultime localizzazioni. Come mai è passato un mese prima di agire in modo più approfondito? Gina Monaco era in un boschetto, non nella giungla.