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Tonino Salvatore ucciso dal fratello davanti casa

Michele Salvatore e Tonino Salvatore, due fratelli di 30 e 27 anni di Campobasso. La scora notte la tragedia quando Michele ha ucciso Tonino a coltellate. E’ accaduto a Guardiaregia, un paese in provincia di Campobasso, e il fratello maggiore con una telefonata si è assunto la responsabilità dell’omicidio ma allo stesso tempo sembra essere […]


Michele Salvatore e Tonino Salvatore, due fratelli di 30 e 27 anni di Campobasso. La scora notte la tragedia quando Michele ha ucciso Tonino a coltellate.

E’ accaduto a Guardiaregia, un paese in provincia di Campobasso, e il fratello maggiore con una telefonata si è assunto la responsabilità dell’omicidio ma allo stesso tempo sembra essere scomparso, in fuga dal destino che adesso lo attende.

Tonino Salvatore la notte scorsa stava tornando a casa dopo la fine del turno di lavoro in un’azienda di Bojano, distante pochi chilometri da casa. Con lui c’era anche suo padre Domenico, che evidentemente è entrato in casa poco prima del figlio. Ma ad attendere Tonino sembra ci fosse il fratello Michele che l’avrebbe aggredito sulla porta di casa con più coltellate.

Il padre dei due giovani ha riferito di avere udito le urla del figlio minore ma che quando si è affacciato alla finestra per vedere cosa stesse accadendo non ha visto nulla, ma immaginando il peggio ha subito avvertito i carabinieri.

Il corpo di Tonino Salvatore è stato trovato in un campo distante da casa 150 metri, forse ha tentato la fuga, ma invano. Al buio, con l’aiuto delle torce, i carabinieri hanno cercato da subito tracce e arma del delitto, ma solo la telefonata di Michele Salvatore ha in parte chiarito la dinamica dell’omicidio.

Il presunto omicida al momento ricercato soffre da tempo di problemi mentali. Già nel 2005, ospite di una casa famiglia di Sepino, sempre in provincia di Campobasso, si rese colpevole del tentato omicidio di una educatrice. Aveva colpita la donna alla testa con un apriscatole. Venne condannato a 8 anni in primo grado e a sei anni in appello. In zona i suoi disturbi erano noti perché più volte si era incatenato davanti al tribunale perché convinto di essere vittima di errori delle autorità locali.



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