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Michele Salvatore si è suicidato dopo l’omicidio del fratello

L’hanno cercato ovunque ma Michele Salvatore, dopo avere ucciso il fratello Tonino Salvatore, si è tolto la vita con la stessa arma. La tragedia dell’omicidio di Tonino Salvatore a cui ha fatto seguito il suicidio di Michele è avvenuta la notte tra martedì e mercoledì a Guardiaregia, in provincia di Campobasso. Immediato è scattato l’allarme […]


L’hanno cercato ovunque ma Michele Salvatore, dopo avere ucciso il fratello Tonino Salvatore, si è tolto la vita con la stessa arma.

La tragedia dell’omicidio di Tonino Salvatore a cui ha fatto seguito il suicidio di Michele è avvenuta la notte tra martedì e mercoledì a Guardiaregia, in provincia di Campobasso. Immediato è scattato l’allarme da parte di Domenico, il padre dei due giovani, ma era già troppo tardi. Il fratello maggiore, di 30 anni, ha atteso che Tonino, 27 anni, rientrasse dal suo turno di lavoro. La vittima faceva l’operaio in un’azienda di Bojano, luogo che dista pochi chilometri dalla sua abitazione. AL momento del rientro era in compagnia di suo padre, ma l’uomo è entrato in casa prima del figlio. Poi le urla del ragazzo, il padre si è affacciato alla finestra per capire cosa stesse accadendo, non ha visto nulla ma non ha visto neanche Tonino. Ha chiesto aiuto ai carabinieri che sono arrivati subito scoprendo di lì a poco il cadavere del giovane in un campo distante 150 metri dalla casa.

Il ventisettenne aveva cercato una via di fuga, ma le coltellate infertegli da suo fratello sono state letali. Per ore gli investigatori hanno cercato una traccia in quel campo, davanti casa, ma niente è stato trovato. Poi la telefonata di Michele Salvatore ai carabinieri ha svelato chi fosse l’omicida. Forse non si saprà mai il vero motivo dell’omicidio, Michele si è suicidato dopo quella telefonata colpendosi al petto, forse, con lo stesso coltello. Anche il suo corpo è stato trovato a poca distanza dall’abitazione, non ha tentato di fuggire, non si è mai allontanato dal luogo del delitto.

L’omicida soffriva di problemi psichici ed era già stato condannato per tentato omicidio nei confronti di una educatrice della casa famiglia dove risiedeva nel 2005.



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