Attualità Italiana

Treviso: artigiano si suicida, un’altra vittima della crisi

Si è sparato un colpo di pistola alla tempia Stefano Da Fies, artigiano edile del trevigiano che ha deciso di farla finita dopo aver ricevuto l'ennesima telefonata da una delle banche con cui era indebitato


Si è ucciso perchè non riusciva a far fronte ai debiti, questa è la storia dell’artigiano di Treviso che ieri si è sparato alla tempia dopo l’ennesima  telefonata della banca; l’ennesimo dramma figlio della crisi dilagante ha avuto luogo a Soffratta, frazione di Mareno di Piave, un comune di meno di 10000 abitanti nella marca trevigiana, attore principale e vittima è Stefano Da Fies, sessantaduenne titolare di un’impresa edile individuale.

Ieri, dopo l’ennesimo sollecito telefonico ricevuto dalla banca, l’imprenditore, si è rinchiuso nel capanno degli attrezzi puntandosi alla tempia una vecchia luger residuato bellico e ha tirato il grilletto in preda allo sconforto, lasciando un biglietto in cui, più che spiegare le ragioni del suo gesto, chiedeva perdono a moglie e figli per averli abbandonati. Stefano era noto e benvoluto nella zona, come era molto apprezzato il suo lavoro che l’aveva portato ad essere impiegato in praticamente tutti i cantieri edili della zona; da qualche mese a questa parte però non c’era verso per lui di ottenere i compensi per le prestazioni svolte, crediti per più di 100000 euro, di conseguenza non aveva più la possibilità di saldare i fornitori che avevano cominciato ad assillarlo, tempestandolo letteralmente di telefonate e richieste di denaro. Una pressione ed uno sconforto a cui ieri mattina ha posto fine, intorno alle 11:30, con quel colpo di pistola sentito anche dalla moglie che, temendo il peggio, è immediatamente accorsa chiamando il marito per nome e trovandolo riverso in terra ha allertato il 118, purtroppo inutilmente. L’angoscia ha ucciso Stefano, ancora prima del colpo di pistola, la disperazione nata dal timore di non poter più mantenere i figli e la moglie Antonietta che rimane comunque sola, disperata, a chiedersi che giustizia ci sia in un mondo in cui le persone oneste muoiono mentre i disonesti continuano a farla da padrone.



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