Attualità Italiana

Riina si confessa durante l’ora d’aria: Di Matteo deve morire

I magistrati antimafia sono il chiodo fisso di Riina: la DIA intercetta le confessioni personali del Capo dei capi al super carcere di Opera


Carcere milanese di Opera. Due detenuti conversano tranquillamente tra di loro. Una normale conversazione priva di turbamenti e timori tra compagni di sventura, o almeno, così potrebbe apparire. In realtà il dialogo tra i due è tutt’altro che tranquillo e, soprattutto, è tutt’altro che innocuo. Salvatore Riina, detto Totò, si confessa spontaneamente. A raccogliere le parole segrete del famigerato Capo dei capi col vizio delle stragi è Alberto Lorusso. Il detenuto pugliese Alberto Lorusso, sedicente capo della Sacra Corona Unita si fà confessore degli sfoghi deliranti di Riina. L’ergastolano confinato al 41 bis ha in testa i propositi criminali di sempre. Pare che il carcere duro non gli faccia nessun effetto benefico. I propositi di ieri sono esattamente quelli di oggi. Al centro dei discorsi di Riina i magistrati. Da Rocco Chinnici a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, fino a Nino Di Matteo, PM nel processo sulla trattativa Stato-Mafia. Riina si definisce uomo deluso. Deluso dagli italiani: <>. I magistrati per bene sono sempre stati e sono tutt’ora il suo chiodo fisso. La confessione del boss non avviene proprio in modo segreto. La DIA (Direzione Investigativa Antimafia) aveva predisposto delle cimici nel cortile del supercarcere di Opera. Inoltre, Alberto Lorusso, il così detto confessore di Riina, in realtà, chi è ? Pare sia semplicemente l’unico tra quei criminali incalliti, detenuti nel super carcere milanese, ad avere conquistato giorno dopo giorno, ora d’aria dopo ora d’aria, la fiducia del Capo dei capi. Alberto Lorusso, non solo non è il boss che racconta di essere, ma, addirittura, non sarebbe neanche parte della quarta mafia.Dunque, cosa avrebbe spinto il Padrino a perdere tento facilmente il controllo e parlare senza freno con un mafioso privo di pedigree? Che sia l’unico modo di mandare messaggi intimidatori dal 41 bis ai magistrati della trattativa? Fatto sta che i due passeggiano avanti e indietro nel piccolo cortile del penitenziario imbottito da cimici della DIA. Passeggiano e parlano, anzi, il boss si confessava.



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