Musy, ricoverato Francesco Furchì: era in sciopero della sete ‘perché innocente’

Francesco Furchì, l'uomo accusato di aver ferito a morte nel 2012 il consigliere comunale torinese Alberto Musy, è stato ricoverato d'urgenza per un blocco renale. Già in sciopero della fame, da martedì non beveva più


Un detenuto del carcere delle Vallette di Torino è stato ricoverato d’urgenza. Si tratta di Francesco Furchì, l’uomo accusato di aver sparato due anni fa al consigliere comunale torinese Alberto Musy, che morì dopo 19 mesi di coma. Furchì si è sempre dichiarato innocente. Da 40 giorni in sciopero della fame, l’uomo da martedì non beveva più.
Francesco Furchì è stato ricoverato d’urgenza per un blocco renale presso il reparto detenuti delle Molinette. L’uomo è considerato il colpevole del ferimento, che poi portò alla morte dopo 19 mesi di coma, di Alberto Musy, consigliere comunale a Torino che fu raggiunto da colpi di pistola nel marzo del 2012.
Furchì, però, si è sempre proclamato innocente e per protestare contro quella che reputa un’ingiustizia da 40 giorni è in sciopero della fame. La protesta da martedì scorso ha previsto anche lo sciopero della sete ed è proprio in seguito a questa decisione che le condizioni di salute dell’uomo si sono aggravate, fino al blocco renale che ha portato al ricovero d’urgenza.
Negli scorsi giorni, Furchì ha dichiarato: “Nonostante l’udienza preliminare, non posso che ribadire la mia totale innocenza e che nessuno degli inconsistenti indizi privi di logica e forzati a tutti i costi dal pm hanno minimamente scalfito e messo in discussione. Rimangono solo una somma di sospetti illogici e artefatti…”
L’uomo ha anche aggiunto: “A breve inizierò anche lo sciopero della sete – ha scritto Furchì – oltre a quello della fame che prosegue, pur conscio dei rischi a cui espongo il mio organismo, dopo la perdita di 18 chili in 26 giorni. Non demorderò mai da uomo pur mettendo a repentaglio la mia vita. Invito ancora una volta a cercare il vero colpevole dell’attentato a Musy che ribadisco non sono io”.



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