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Renzi: “Se a maggio non arrivano i soldi in busta paga sono un buffone”

Renzi conferma le promesse sui soldi in più nella busta paga di maggio di 10 milioni di cittadini. Poi, a Porta a Porta, parla di spending review, patrimoniale, legge elettorale e Bce


“Se il 27 maggio i soldi non arrivano in busta paga vuol dire che Matteo Renzi è un buffone”. Questa è l’affermazione fatta dal presidente del Consiglio a Porta a Porta. L’impegno a dare mille euro in più a 10 milioni di persone, già slittato di un mese, dovrà quindi essere rispettato.

“Quello che stiamo immaginando di fare – ha spiegato poi il premier Renzi – è rendere visibile il bonus in busta paga, qualcosa per dire ‘questo è il bonus del governo’. Mi diranno che sto facendo un’operazione di marketing: certo, anche questo. Dieci miliardi di euro per dieci milioni di persone. Poi c’è un meccanismo di decalage progressivo, che per ora impedisce di fare il conto esatto della busta paga. Ma che si tratti di 75 euro o 85 euro poco importa. L’importante è che ci sia la percezione che il governo ha fatto questo”. Poi insiste: “A queste persone diamo qualcosa, ed è la prima volta. Dopo Prodi nel 2007, con un’operazione che finì male perchè fu data alle imprese anche se aveva un senso economico. Il governo cambia davvero verso, svolta”.

Insomma, questa è la #svoltabuona?

Spending review – Matteo Renzi ha annunciato che non sarà affidata al ministero dell’Economia, ma a Palazzo Chigi: “Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, non deve essere visto come la strega cattiva dai colleghi, la colpa se la deve prendere il presidente del Consiglio”. Smentita poi l’ipotesi di un prelievo sulle pensioni, ipotizzata nei giorni scorsi dal commissario alla spending review Carlo Cottarelli. Dopo le critiche dei sindacati, il segretario del Pd ha assicurato: “L’idea che chi guadagna 2.900-3.000 euro di pensione sia chiamato a un contributo va esclusa”.

Patrimoniale – La patrimoniale non verrà introdotta in Italia, Matteo Renzi ha affermato anche questo durante la puntata di Porta a Porta. Quando gli è stato chiesto se sia da escludere una tassa sui patrimoni per rispettare gli impegni sul taglio dell’Irpef, il presidente del Consiglio ha risposto: “Sì, escludo”.

Legge elettorale – Il premier ha affrontato anche la “querelle” sull’Italicum: “Se riusciamo entro il 25 maggio, come vogliamo, a fare la prima lettura della riforma del Senato e chiuderla, dimostriamo che riusciamo a cambiare la politica”. Poi si è rivolto a Beppe Grillo, che a parer di Renzi “ha dimostrato ancora più ai suoi parlamentari, che non a caso si stanno sgretolando sempre più, di aver tradito la speranza di tanti elettori”.

La risposta alle critiche della Bce – Il presidente del Consiglio ha infine risposto indirettamente alla Banca centrale europea, che recentemente ha ammonito l’Italia segnalando l’assenza di progressi per fare scendere il deficit. “Senza voler fare polemiche – ha sottolineato Renzi -, lo statement della Bce sull’Italia è del due marzo, questo vuol dire che stiamo parlando di un documento scritto dieci giorni fa. Poi, è un’analisi condivisibile per tanti aspetti. Dice che dobbiamo fare di più: che deve fare la Banca centrale europea? Dice che bisogna fare di più! È uscito un documento della Bce che sembrava bocciare la politica economica, invece è del 2 marzo”. Vorrei un Europa “dei cittadini, dei popoli e delle speranze, non solo dei vincoli”.

 



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