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Pakistan, fanno il bagno nel mare agitato nonostante il divieto di balneazione: 23 morti

Alcune persone sfidano il divieto di balneazione in Pakistan. Fanno il bagno, incuranti del mare agitato, e perdono la vita. Il bilancio è di 23 morti


Alcune persone hanno sfidato il divieto di balneazione e hanno deciso di farsi il bagno nel mare agitato. È avvenuto in Pakistan, ma la loro superficialità è costata la vita a tutti. Ben 23 sono stati i morti. Ieri, a Karachi (Pakistan meridionale), alcune persone avevano deciso di farsi il mare perché attratti dalle forti onde. Il cartello indicava un evidente divieto di balneazione, ma loro, incuranti, hanno deciso ugualmente di sfidare il mare agitato. Il divieto era stato imposto dalle autorità proprio per via delle onde giudicate eccessivamente alte. Tuttavia, i 23 bagnanti avevano deciso ugualmente di sfidare le acque tormentate pur di festeggiare la fine del Ramadan. Così, sulla spiaggia di Clifton Beach è avvenuta la tragedia.

Sono tutti morti e nessuno è sopravvissuto al terribile moto ondoso. La festa in mare si è rivelata ben presto un incubo. Dei 23 morti, 17 sono stati recuperati in poche ore e ritrovati a riva, mentre gli altri 6 sono stati ritrovati solo dopo diverso tempo. Questi ultimi erano stati trasportati dalle onde in lontananza. I soccorritori hanno recuperato i corpi, ma non hanno potuto far altro che constatare i decessi e predisporre le salme per il trasporto in obitorio. Qui, verrà eseguita l’autopsia nelle prossime ore, ma è facile prevedere che sono tutti deceduti per annegamento.

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Dunque, in Pakistan, alcuni bagnanti decidono di sfidare e infischiarsene del divieto di balneazione. Fanno il bagno nel mare agitato, ma le onde sono più forti di loro. Vengono tutti trasportati sott’acqua e muoiono annegati. Una morte terribile a causa di un incidente dovuto alla superficialità. Le autorità avevano predisposto il divieto, sebbene non vi fosse nessuno che vigilasse, ma i bagnanti volevano a tutti i costi festeggiare la fine del Ramadan a modo loro. Così, quella che doveva essere una festa, si è trasformata in tragedia.



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