Attualità Italiana

Loris morto in un incidente strangolato dalla fascette da elettricista: la confessione di Veronica Panarello

Arriva la prima confessione di Veronica Panarello: il piccolo Loris sarebbe morto in un incidente giocando con le fascette. Lei poi lo avrebbe portato nel canalone e avrebbe mentito sulla fine di suo figlio. Le ultime notizie dalla Sicilia


E’ morto mentre giocava con le fascette da elettricista che erano in casa, è stato un tragico incidente. E’ questa la confessione, se così si può definirla, di Veronica Panarello, la mamma di Loris Andrea Stival, il piccolo di otto anni ucciso la mattina del 29 novembre 2014 a Santa Croce Camerina. Veronica oggi ha lasciato il carcere, è tornata in quella casa, è tornata nel canalone e ha raccontato la sua nuova verità. Le fascette al centro del suo racconto. Ricorderete tutti come le maestre di Loris notarono subito la volontà della donna di fare in modo che la fascette non fossero trovate in casa. Le aveva ridate loro nel giorno del ritrovamento del corpo, dicendo che Loris le aveva chieste per dei lavori da fare a scuola. Ma quelle fascette non erano servite per la scuola, erano in casa. E come si poteva notare dalle foto della cameretta di Loris ( foto pubblicate sui siti internet in seguito alla messa in vendita della casa) i bambini potevano facilmente avere quelle fascette a portata di mano tanto che dei pupazzetti alla culla del bambino più piccolo erano appunto stati appesi con questa fascette. Un aspetto che tutti notammo e facemmo notare, quando poi fu confermato dall’autopsia che Loris era morto proprio per uno strangolamento con un oggetto simile alle fascette in questione.

Ma come è possibile che Veronica abbia deciso solo adesso di raccontare questa verità? E ancora, la domanda che ci ponemmo allora e ci poniamo anche oggi: perchè non chiamare il 118? I medici avrebbero forse potuto salvare la vita del bambino o comunque dimostrare che si fosse trattato di un incidente e non di un omicidio. Una accusa possibile per negligenza è ben diversa di quella di omicidio di un figlio. Non ci sono ancora certezze in merito ma pare che Veronica abbia detto che non ha mai raccontato nulla prima per paura che nessuno la credesse. Ma perchè mai se la sua storia era vera non avremmo dovuto crederle? Ci sarebbero stati tutti i mezzi per dimostrare cosa era successo al bambino, se davvero di incidente si fosse trattato.

E non finisce ovviamente qui: con quale spirito una mamma pensa, dopo aver visto il suo bambino morire, di portarlo in un canalone e di gettarlo via, come se fosse un sacco della spazzatura? E poi con una calma da vera attrice sarebbe anche andata al corso di cucina di Donna Fugata, come se non fosse appena morto suo figlio, un bambino di otto anni. E fingere di andare di prenderlo a scuola, di cercarlo disperata, fare anche dei nomi di possibili persone coinvolte. Quello che sembra essere quasi lampante è che questa confessione arrivi per motivi ben precisi e che probabilmente la difesa chiederà il rito abbreviato per evitare a Veronica un possibile ergastolo. Venerdì ne sapremo qualcosa di più.



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