Attualità Italiana

Se mangiare al ristorante con le nuove regole in fase 2 diventa un incubo non un’occasione di relax

In fase 2 ci aspetta una convivenza forzata con il virus e mangiare al ristorante, più che una occasione di svago, potrebbe diventare un incubo

Distanza, plexiglass, mascherine, autocertificazione da portare, gel igienizzante, no buffet…Queste sono solo alcune delle regole base che nelle prossime settimane, quando le porte dei ristoranti si apriranno, dovranno essere rispettare. La premessa: serve tutto per la nostra salute, per tutelarci e per proteggerci. E questo ci è chiaro. Ma è chiaro, che con queste restrizioni, il lavoro diventa ingestibile in primis per i ristoratori, e per chi sceglie di andare al ristorante, quella che era una occasione di relax, diventa un vero e proprio incubo.

SE ANDARE A CENA FUORI POTREBBE DIVENTARE UN INCUBO

Non vogliamo scoraggiare dall’andare a cena fuori, perchè i ristoratori come tutti hanno diritto a tornare a lavorare. Ma a queste condizioni diventa davvero difficile per tutti. Tra le altre norme imposte, in generale ogni ristoratore perderà almeno la metà dei coperti ( sempre che si abbia un locale abbastanza grande), c’è anche quella che riguarda l’aria condizionata. Pare che non sarà consentito accendere i condizionatori nè in sala nè in cucina. A questo punto ci chiediamo: come si potrà lavorare quando fuori ci sono 40 gradi, senza aria condizionata? E come si potrà pensare di andare a pranzo o a cena fuori? Ci saranno eccezioni, posti in cui sarà piacevole farlo perchè magari ci saranno spazi all’aperto e sarà più semplice la situazione. Forse piano piano ci abitueremo anche all’idea di mangiare in cabine di plexiglass e non ci faremo più l’abitudine.

Il vero problema è che tutto questo sta succedendo ora, a poche settimane dall’estate. Succederà quando si suderà al solo pensiero di dover andare fuori a cena pensando che nella struttura non ci sarà l’aria condizionata? Con un pensiero di positività ci auguriamo che tutto questo tra un mese sia passato ma è davvero difficile credere che sarà possibile, anche leggendo le scoraggianti notizie che arrivano dall’Asia. Pensiamo alla Corea del Sud dove un solo positivo, passando la notte in almeno 5 locali diversi della movida, potrebbe aver contagiato, si stima, fino a 7000 persone ( in modo diretto un centinaio che poi a loro volta, sono entrate in contatto con altre).

Incoraggiamo chiaramente una ripartenza, ma che sia tale per tutti. In questa ottica vi ricordiamo che sono attive le consegne a domicilio e l’asporto per aiutare i ristoratori in questo momento difficile. Per il resto, tempo al tempo. Abbiamo cambiato tante delle nostre abitudini, forse cambieremo anche modo di pensarci seduti al tavolo di un ristorante.

Queste nuove regole però non piacciono in primis a chi i locali li gestisce che immagina già, quanto tutto questo sarà difficile. Tra responsabilità, rischi, spese da sostenere. Non è semplice davvero ma da qualche parte si deve ripartire e forse pian piano anche noi, faremo lo sforzo di pensare che per mesi questa sarà la nuova realtà che ci attende.

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