Attualità Italiana

Antonio Ciontoli prima di andare in carcere: “Sentenza ingiusta”

Prima di andare in carcere Antonio Ciontoli commenta la sentenza definitiva per l'omicidio di Marco Vannini

Antonio Ciontoli non era in aula ieri a Roma, per ascoltare la lettura della sentenza definitiva. Nessuno della famiglia Ciontoli ha parlato fuori dal tribunale con i giornalisti. Ma il signor Ciontoli lo ha fatto al telefono, con Selvaggia Lucarelli. Una breve intervista telefonica rilasciata prima di andare in carcere. Ieri per lui e per i suoi familiari, è stata la prima notte in cella. Antonio e sua moglie Maria si sono costituiti e sono andati in carcere a Civitavecchia. Mentre Martina e Federico, sono stati trasportati nel carcere di Regina Coeli a Roma.

Le ultime parole di Antonio Ciontoli prima di andare in carcere

Prima di varcare la porta del carcere il Ciontoli ha commentato la sentenza definitiva, sottolineando ancora una volta di non essere d’accordo. Non tanto per gli anni che lui dovrà passare in carcere come assassino di Marco Vannini ma per quella che è stata la pena inflitta ai suoi familiari. Lo ribadisce nella telefonata che fa con Selvaggia Lucarelli che lo ha intervistato per TPI.

 È una sentenza ingiusta, e non dico per quel che riguarda me di cui non mi importa, ma per i miei familiari, i miei figli e mia moglie. Loro non sono mai stati coscienti della gravità del fatto, mai. E io non volevo che Marco morisse, l’ho detto un miliardo di volte e lo dirò sempre

ha detto Antonio Ciontoli.

Per l’ennesima volta si parla del ruolo dei media in questa vicenda. E la Lucarelli chiede a Ciontoli se è ancora convinto del fatto che i media abbiano influenzato questo caso.


Io penso che questa sia una giustizia sommaria, su cui ha pesato la pressione mediatica di Quarto GradoChi l’ha visto e Le Iene. Ricordo tra i tanti esempi che potrei fare le manipolazioni di video di intercettazioni ambientali fatte da Quarto grado, ricordo un’inviata di Chi l’ha visto che ha trovato un bossolo per terra e l’ha associato a me e testimoni inattendibili de Le Iene che hanno raccontato falsità a Giulio Golia. Giulio Golia che mi sta telefonando anche adesso, mentre parlo prima di andare in carcere, rendiamoci conto.

La Lucarelli a questo punto a quindi sottolineato che i media da soli, non scrivono le sentenze. A questa osservazione il Ciontoli ha risposto citando diversi esponenti politici che nel corso di questi 5 anni, cavalcando a suo dire un’onda di consenso popolare, si sono interessati alla vicenda.

Non ci sono stati solo i media, ma anche una forte influenza politica. Non si era mai visto che in un caso di cronaca intervenissero Matteo Salvini, l’ex ministro della giustizia Bonafede, l’ex ministro Trenta, Nicola Zingaretti, Luigi Di Maio e solo per ampliare il consenso popolare, quando le istituzioni politiche dovrebbero tenersi lontane dal lavoro della magistratura.

Il Ciontoli ribadisce che è giusto che lui paghi ma la sua famiglia no. Li definisce tutti innocenti, sono persone che pagheranno per un errore commesso da lui.

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1 response to “Antonio Ciontoli prima di andare in carcere: “Sentenza ingiusta”

  1. I Ciontoli anziché scrivere lettere ai giornali molto contraddittorie e piene di polemiche, perché non raccontano effettivamente cosa è successo quella sera nella loro casa quando hanno ucciso un ragazzo di venti anni?

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