Attualità Italiana

Omicidio la Duca, i legali degli amanti siciliani invitano alla cautela: “No a processi mediatici”

I legali di Luana e Pietro, i due amanti che avrebbero ucciso Carlo La Duca invitano tutti alla cautela: no a processi mediatici

amanti carlo la duca

E’ una storia, quella di Carlo La Duca, che sta facendo il giro di giornali e delle trasmissioni italiane che si occupano di cronaca nera. Una storia che sembra esser stata scritta da una mente diabolica ma che in invece, come spesso accade, sembrerebbe essere solo specchio di una realtà che supera di gran lunga la fantasia. Carlo la Duca, sarebbe stato ucciso dalla sua ex moglie e dal suo migliore amico ( amante di lei, uomo con il quale la donna da anni avrebbe avuto una relazione clandestina). Carlo scompare nel 2019 e tre anni dopo, quelli che oggi la stampa siciliana definisce “gli amanti diabolici” sono stati arrestati. Contro di loro tre anni di intercettazioni che dimostrerebbero come avrebbero premeditato l’omicidio e organizzato nei mesi successivi depistaggi.

I legali di Luana Cammalleri e Pietro Ferrara, i due arrestati, invitano però tutti alla cautela. E ricordano che accusare due persone, ancora prima che ci sia una confessione o che si svolga un processo, non fa bene a nessuno. “Ogni ricostruzione della vicenda è stata fatta sulla base di una ricostruzione dei fatti fondata su mere ipotesi accusatorie” sono queste le parole degli avvocati Giovanni Marchese e Accursio Gagliano che difendono i due amanti.

Omicidio Carlo La Duca, i legali dei due amanti arrestati invitano alla cautela

Luana e Pietro, in carcere, non hanno confessato e prima non hanno risposto alle domande, scegliendo la vita del silenzio. Secondo i legali che difendono i due, accusati di omicidio e occultamento di cadavere, “diffusi numerosi stralci di conversazioni tra i due indagati che sono, in realtà, solo parti di dialoghi ben più articolati, il cui contenuto dovrà essere valutato e interpretato solo nulla loro completezza e con le garanzie difensive offerte dal nostro ordinamento giudiziario”.

Gli avvocati non hanno dubbi e spiegano che c’è il “serissimo pericolo per la tutela di tutti i soggetti parallelamente coinvolti in questa triste vicenda, alcuni dei quali minori che, inevitabilmente, hanno anche loro libero accesso ai mezzi di comunicazione”.

Intanto sembra delinearsi anche il quadro accusatorio: a uccidere, materialmente Carlo, sarebbe stato proprio Pietro, dando un appuntamento all’uomo. Luana sarebbe stata la mente, colei che ha organizzato l’omicidio e che ha pianificato il prima e il dopo. A oggi, tre anni dopo quello che per gli inquirenti è un omicidio premeditato, non ci sono tracce di Carlo; in tre anni di intercettazioni non è emerso nulla che lasciasse capire che cosa sia realmente successo quel giorno. La famiglia di Carlo lancia un appello in tv con la speranza che qualcuno dica loro, dove è stato sepolto l’uomo.

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