Alex Marangon non è stato ucciso: le ultime notizie
Alex Marangon non è stato ucciso ma sarebbe caduto e morto a causa delle lesioni riportate: le ultime notizie da Treviso
Dopo quasi un anno di indagini, la Procura di Treviso ha concluso che Alex Marangon non è stato ucciso. La relazione finale dell’autopsia, recentemente depositata dal medico legale Alberto Furlanetto sul tavolo del pubblico ministero Giovanni Valmassoi, conferma che la morte del venticinquenne di Marcon è stata il risultato di una caduta accidentale.
Alex Marangon: l’esito dell’autopsia
L’analisi medico-legale ha escluso quasi definitivamente l’ipotesi di un delitto. Secondo la ricostruzione degli esperti, Alex Marangon sarebbe precipitato da un’altezza di 15 metri, riportando traumi letali alla testa e al torace, tra cui la rottura dell’aorta, che ne avrebbe causato il decesso. La tragedia si è consumata nella notte tra il 29 e il 30 giugno 2024, mentre era in corso una cerimonia con la presenza di circa venti persone.
Determinante è stata la ricostruzione della dinamica della caduta, supportata dall’analisi delle ferite: le escoriazioni sulle mani e le abrasioni sul corpo risultano compatibili con il contatto con i rami degli alberi che costeggiano la scarpata sotto la terrazza dell’abbazia. Le lesioni alla testa, inizialmente ritenute sospette, sarebbero invece dovute all’impatto con la vegetazione e le rocce sottostanti. Un ulteriore dettaglio a favore della tesi della caduta accidentale riguarda le condizioni dei piedi del giovane: nonostante fosse scalzo, la pianta non presentava tagli o graffi, un segnale che indica come Alex non abbia attraversato i sentieri impervi della zona, ma sia caduto direttamente dalla terrazza.
Le indagini della Procura di Treviso
Il procuratore di Treviso, Marco Martani, ha sottolineato come l’ipotesi di omicidio sia ormai poco plausibile: “Alla luce delle evidenze raccolte, l’ipotesi che Alex sia stato vittima di un’aggressione appare sempre meno consistente”. Tuttavia, resta da chiarire cosa abbia spinto il giovane a salire sul parapetto della terrazza.
Gli inquirenti ipotizzano che Alex fosse sotto l’effetto di sostanze stupefacenti al momento della caduta. Le analisi tossicologiche hanno rivelato la presenza di cocaina nel suo organismo, assunta alcuni giorni prima. Inoltre, si sospetta che durante la serata possa aver ingerito una bevanda contenente ayahuasca, un potente allucinogeno di origine amazzonica, illegale in Italia per le sue proprietà psichedeliche, che può indurre stati di alterazione mentale e perdita di controllo.
Il ritrovamento del corpo
Un altro elemento chiave dell’inchiesta riguarda la permanenza del corpo di Alex sotto la terrazza per 27 ore prima di essere trascinato via dalla piena del Piave. Questa ricostruzione è stata possibile grazie alle immagini di un drone dei vigili del fuoco, inizialmente non esaminate. Le piogge del giorno successivo hanno fatto innalzare il livello del fiume, trasportando il cadavere fino a Ciano del Montello, dove è stato rinvenuto il 2 luglio.
Con la conferma della caduta accidentale, la Procura sembra pronta a chiudere il caso, mentre restano aperti interrogativi sul contesto in cui si è verificato l’incidente e sugli effetti delle sostanze che Alex Marangon potrebbe aver assunto quella notte.