Garofano parla di attacchi mediatici gravi e sconsiderati e spiega perchè non è più il consulente di Sempio
La dura presa di posizione di Luciano Garofano che ha lasciato il team difensivo di Andrea Sempio e il suo ruolo da consulente ma parla anche di un attacco mediatico
“Il Generale Luciano Garofano ha rinunciato all’incarico di consulente tecnico di parte conferitogli dal Sig. Andrea Sempio sin dal gennaio 2017 e confermato anche nel procedimento penale per il quale è in corso di svolgimento incidente probatorio davanti al GIP del Tribunale di Pavia” inizia così la nota che è stata resa pubblica poche ore fa, dopo che era trapelata la notizia della decisione presa dall’ex comandante del Ris di Parma.
E ancora: “La decisione di rinunciare all’incarico è maturata in conseguenza della mancata condivisione da parte della Difesa del Signor Sempio dei suggerimenti tecnico scientifici forniti dal Generale Garofano in merito allo svolgimento dell’incidente probatorio e alla possibile estensione dei temi oggetto di perizia. Nel rispetto della autonomia decisionale dei Difensori nella scelta delle strategie difensive, Garofano ritiene che siano venuti meno i presupposti per il mantenimento del proprio incarico“.
Perchè Luciano Garofano ha rinunciato al suo incarico
Nella nota si legge: “Il Generale sottolinea che quella indicata è l’unica ragione alla base della rinuncia all’incarico di consulente in favore di una persona che, alla scorta di tutte le evidenze scientifiche acquisite, meriterebbe di essere scagionata dall’ipotesi di reato per la quale risulta indagata“.
E ancora: “Con riferimento agli sconsiderati e gravi attacchi mediatici subiti negli ultimi giorni e relativi all’avvenuta ricezione di una somma di denaro, nell’aprile 2017, da parte del Sig. Andrea Sempio, il Generale Garofano ribadisce trattarsi del pagamento di prestazioni professionali rese su incarico dei Difensori che all’epoca assistevano Sempio nell’ambito del procedimento penale n. 8283/2016 RGNR.“
Si legge poi: “In particolare, Luciano Garofano ebbe a redigere una “consulenza genetico forense negli interessi della famiglia di Andrea Sempio”, sulla scorta di documenti e atti che gli vennero forniti dagli stessi Difensori committenti.“
La nota termina con queste parole: “La relazione tecnica, datata 27 gennaio 2017, venne inviata a mezzo e-mail in pari data ai Difensori di Andrea Sempio, che ne apprezzarono il contenuto, e ad essa fece seguito l’emissione della fattura n. 15/2017 per gli onorari maturati, dell’importo di euro 5.000,00 oltre accessori di Legge. Il Generale Garofano comunica, infine, di avere conferito mandato ai propri legali affinché procedano nelle competenti sedi giudiziarie nei confronti di coloro che lo hanno diffamato ipotizzando il suo coinvolgimento in vicende di rilevanza penale, vicende alle quali egli era ed è del tutto estraneo.”
Va detto che in questi giorni, nessuno ha messo in dubbio il fatto che Garofano abbia fatto la sua consulenza e abbia emesso in modo più che regolare una fattura. Quello di cui si parla è altro: ci si è chiesti ad esempio, come mai i legali di Andrea Sempio non abbiano depositato poi questa consulenza e soprattutto, come fosse possibile che il generale avesse letto una consulenza che, a detta dei legali di Stasi, era in quei mesi, ancora secretata.