L’omicidio di Chiara Poggi e le tracce sul telefono: si torna a parlare di più persone in casa
Si torna a parlare del telefono della villetta di Chiara Poggi: la ragazza ha cercato di chiedere aiuto mentre qualcuno la stava aggredendo?
Potrebbero esserci stati due aggressori nella villetta di Garlasco. Un nuovo dettaglio riaccende i dubbi su quanto accaduto il 13 agosto 2007 a Chiara Poggi. A distanza di 18 anni dall’omicidio di Chiara Poggi, il caso di Garlasco torna sotto i riflettori grazie a nuovi elementi emersi dalle indagini. Un dettaglio finora trascurato, una traccia di sangue sotto la cornetta del telefono fisso nella casa di via Pascoli, potrebbe cambiare radicalmente la ricostruzione della dinamica dell’aggressione. Di questo telefono si è parlato nell’ultimo mese, con tante teorie e a quanto pare, anche la procura sta cercando di capire se davvero, Chiara abbia alzato la cornetta per chiedere aiuto o se fosse solo vicino a quel mobiletto mentre il suo assassino l’aggrediva.
Chiara Poggi tentò di telefonare durante l’aggressione?
Secondo le nuove analisi, quella goccia di sangue — già repertata dai RIS nel 2007 ma mai approfondita — sarebbe caduta mentre la cornetta era sollevata, come indicato dall’inclinazione della macchia: circa 19 gradi. Un elemento che fa ipotizzare che Chiara Poggi stesse cercando di chiedere aiuto al telefono proprio nel momento in cui fu colpita.
L’aggressore, secondo questa ricostruzione, avrebbe fermato la vittima, colpendola mentre cercava di comporre un numero, e poi rimesso la cornetta al suo posto, lasciando però quella traccia dimenticata.
A confermare questa ipotesi è il consulente della famiglia Poggi, Marzio Capra, che sottolinea come il reperto non fosse stato analizzato con attenzione a causa del timore di contaminazioni esterne.
Profilo genetico maschile nella bocca della vittima: Chiara Poggi morse il suo aggressore?
Ma la novità forse più sconvolgente riguarda la scoperta, nei mesi scorsi, di un profilo genetico maschile sconosciuto rilevato nel tampone orofaringeo eseguito sul corpo di Chiara. La traccia, mai analizzata fino a un recente incidente probatorio, è stata isolata grazie a nuove tecnologie e potrebbe derivare da un contatto diretto e violento: Chiara avrebbe morso l’aggressore nel tentativo di difendersi.
Al momento non è esclusa la possibilità di contaminazione, ma gli esperti la considerano improbabile, trattandosi di un campione raccolto in una zona interna del corpo.
Ipotesi due aggressori: torna attuale la teoria scartata anni fa
Con l’emergere di un secondo profilo genetico, gli inquirenti tornano a valutare la possibilità che l’aggressione sia avvenuta in più fasi e da parte di più persone. Già in passato si era ipotizzato l’uso di due armi — una da taglio e una contundente — ma l’assenza di tracce evidenti aveva portato i giudici a escludere questa dinamica.
Oggi, invece, le nuove evidenze riaprono il dibattito. L’impronta nota come “33”, trovata su una parete della scala, viene nuovamente passata al vaglio, così come eventuali collegamenti con Andrea Sempio, già indagato in passato per omicidio in concorso. Emerge, da indiscrezioni, che si cerca nella cerchia di amici del ragazzo perchè a quanto pare, chi indaga, è convinto che in quella casa ci fossero più persone e che Chiara Poggi non sia stata uccisa da una sola persona.