Attualità Italiana

Per Vittorio Sgarbi non serve il tutore ma una super perizia medica

Il giudice ha preso la sua decisione: Vittorio Sgarbi non ha bisogno di un amministratore di sostegno ma serve una super perizia medica

vittorio sgarbi giudice sostegno

Il tribunale ha emesso la sua prima decisione sul caso che coinvolge Vittorio Sgarbi e la figlia Evelina Sgarbi, tracciando un confine netto tra autonomia e necessità di approfondimento. La giudice ha infatti stabilito che il critico d’arte non necessita, allo stato attuale, della nomina di un amministratore di sostegno, ma ha disposto una perizia medica per valutare la sua capacità di gestire le decisioni più complesse, sia sul piano personale sia su quello patrimoniale.

Una decisione che rappresenta un primo passaggio chiave in una vicenda seguita con grande attenzione dall’opinione pubblica e che, negli ultimi mesi, ha alimentato un acceso dibattito mediatico. Le prime indiscrezioni in merito a questa decisione, sono state date dalla trasmissione Dentro la notizia, condotta da Nuzzi.

Vittorio Sgarbi: non c’è bisogno dell’amministratore ma non finisce qui

Secondo quanto stabilito dal giudice, Vittorio Sgarbi conserva piena autonomia nella gestione degli atti ordinari della sua vita. Diverso, invece, il discorso per le decisioni straordinarie, quelle che riguardano scelte particolarmente rilevanti sul piano personale e patrimoniale.

Nel provvedimento si legge chiaramente che, per valutare la capacità del Professore in questa sfera più delicata, è necessario un approfondimento specialistico: una perizia medica approfondita affidata a una professionista nominata dal tribunale. Sarà proprio questa valutazione a chiarire se Sgarbi sia in grado di affrontare autonomamente anche le questioni più complesse o se, invece, sarà necessario prevedere una forma di supporto.

La notizia è stata resa pubblica durante una puntata di Dentro la Notizia, il programma condotto da Gianluigi Nuzzi su Canale 5, dove sono stati illustrati i dettagli della decisione del tribunale. Poco dopo, alla redazione di Fanpage.it è arrivato il commento di Lorenzo Iacobbi, avvocato di Evelina Sgarbi, che ha espresso soddisfazione per l’esito della prima fase del procedimento.

Nel comunicato diffuso dopo la decisione, l’avvocato Iacobbi ha accolto positivamente la nomina del consulente tecnico d’ufficio, sottolineando come, finalmente, la valutazione delle condizioni di Vittorio Sgarbi sarà affidata a una figura competente.

Il legale ha parlato apertamente di una svolta, evidenziando che non saranno più “pseudo-opinionisti, sedicenti postini o finti amici” a esprimere giudizi sommari e privi di fondamento medico sulle condizioni del critico d’arte, ma un professionista qualificato, come dovrebbe sempre accadere in situazioni di questo tipo. Un riferimento diretto al clima che si è creato negli ultimi mesi, alimentato anche da numerosi interventi televisivi di Sgarbi che hanno suscitato preoccupazione e commenti spesso contrastanti.

Nel comunicato emerge anche un altro punto centrale della vicenda: la difesa delle motivazioni che hanno spinto Evelina Sgarbi a rivolgersi al tribunale. L’avvocato parla esplicitamente di una “campagna d’odio mediatico” che avrebbe travisato le intenzioni della figlia del critico d’arte.

Secondo il legale, il provvedimento ottenuto dimostra come l’azione intrapresa mirasse esclusivamente alla tutela e all’interesse di Vittorio Sgarbi, e non – come sostenuto da alcuni – a limitare la sua libertà o a impossessarsi dei suoi beni. Un chiarimento importante, che arriva in un contesto segnato da forti polemiche e accuse personali.

Ora l’attenzione si sposta sulla perizia medica disposta dal tribunale. Nei prossimi giorni, la professionista incaricata dovrà valutare le capacità cognitive e decisionali di Vittorio Sgarbi con riferimento alla gestione straordinaria dei suoi affari.

Solo dopo questa valutazione sarà possibile capire se il critico d’arte potrà continuare a operare in piena autonomia anche su questo fronte o se, invece, sarà necessario prevedere un supporto mirato. Una fase decisiva che potrebbe chiudere – o ridefinire – una vicenda complessa, segnata da tensioni familiari, esposizione mediatica e interrogativi delicati sul confine tra tutela e autodeterminazione.

Seguici

Seguici su

Google News Logo
Ricevi le nostre notizie da Google News

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.