Economia

Riforma pensioni 2019 ultime notizie: l’ape sociale ci sarà?

L'ape sociale non rientra nella riforma pensioni 2019. La misura rimane valida fino alla fine del 2018 e al suo posto arrivano le pensioni quota 100

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La riforma pensioni 2019 sta creando alcuni dubbi tra i futuri pensionati. Non ci sono infatti ancora certezze riguardo le misure che verranno mantenute o meno con l’arrivo del nuovo pacchetto di norme legate a questo settore. Dunque ci si chiede se il prossimo anno ci sarà l’ape sociale. A quanto pare per questa misura non è prevista alcuna proroga, almeno per il momento. Per l’uscita anticipata dal lavoro ci si può però avvalere delle pensioni quota 100. Anche per quest’ultima misura però gli interrogativi sono ancora tanti. Scopriamo quindi quali sono le ultime notizie riguardanti la riforma pensioni 2019 e l’ape sociale.

RIFORMA PENSIONI 2019: COSA NE SARA’ DELL’APE SOCIALE?

L’ape sociale, quasi sicuramente, non entrerà a far parte della riforma pensioni 2019 con una proroga. Dunque sono scaduti anche i termini per presentare la domanda. L’ultima poteva essere fatta entro il 30 novembre 2018. Infatti questa misura pensionistica era stata attivata in via sperimentale e la durata prevista era di meno di due anni, dal giorno 1 maggio 2017 al 31 dicembre 2018. In commissione alla Camera, l’emendamento proposto dal PD per la proroga dell’ape sociale, è stato respinto. Con questo il PD chiedeva che tale misura divenisse strutturale al fine di tutelare disabili, cargiver, disoccupati e coloro che svolgono lavori gravosi.

Dunque l’ape sociale non verrà prorogata. Il Governo M5S-Lega sta dando priorità ad altre misure, sia nuove che “vecchie”. Una di queste è l’Opzione donna, destinata alle persone di sesso femminile con 58 anni di età (59 per le autonome) e 35 anni di contributi versati. Altra misura nuova è quella delle pensioni quota 100, vero cavallo di battaglia del Governo giallo-verde e fortemente voluta dalla Lega e Salvini. Questa formula consente di lasciare il lavoro all’età di 62 anni con 38 anni di contributi versati. Potrebbero esserci delle finestre di uscita mobili, differenziate tra lavoratori privati, pubblici e della scuola. Per i dipendenti privati è possibile che siano previste quattro finestre trimestrali ogni anno. I dipendenti pubblici, invece, potrebbero dover attendere un po’ di più. Per loro si è parlato infatti di due finestre semestrali l’anno. Questo per far fronte alla possibilità che gli uffici pubblici si svuotino e che non riescano a garantire i servizi ai cittadini. I lavoratori della scuola avranno invece una sola finestra annuale.

Queste sono le ultime notizie sulla riforma pensioni 2019. Quindi l’ape sociale viene accantonata in favore di altre opzioni per lasciare il lavoro prima dei 67 anni di età previsti per la pensione di vecchiaia a partire dal prossimo anno.



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