Economia

Reddito di cittadinanza ultime notizie, ci sono ancora molti punti da chiarire

Il 6 marzo si possono presentare le domande relative al reddito di cittadinanza, ma ci sono ancora diverse questioni da chiarire riguardo questa misura

reddito di cittadinanza


Manca pochissimo all’avvio delle domande relative al reddito di cittadinanza, ma secondo le ultime notizie ci sono ancora molti punti da chiarire. Dunque la strada sembra essere tutta in salita per questa misura. Ma quali sono i problemi da risolvere per far sì che tutto sia in ordine? Ci sono ancora da mettere a punto i controlli anti-furbetti, non mancano delle lacune normative ed inoltre ci sono dei decreti attuativi in sospeso. Tutto questo a pochissime ore dalla presentazione della domanda tramite i moduli messi a disposizione dall’Inps. Dal 6 marzo infatti si può fare la propria richiesta tramite portale dell’Istituto, sito ufficiale del reddito di cittadinanza e Poste Italiane. Scopriamo quindi cosa succederà nelle prossime ore.

REDDITO DI CITTADINANZA, DAL 6 MARZO SI POSSONO PRESENTARE LE DOMANDE MA RIMANGONO DIVERSE QUESTIONI IN SOSPESO

Il decreto contenente il reddito di cittadinanza diventerà legge il 28 marzo. Entro quella data l’Inps dovrà verificare l’idoneità di coloro che hanno presentato la domanda per ottenere questo beneficio. Ci sono però ancora delle questioni in sospeso che riguardano in particolar modo i controlli anti-furbetti, ma anche delle lacune normative da chiarire. Insomma, il reddito di cittadinanza potrebbe avere una strada in salita e ottenere meno “successo” delle pensioni quota 100.

Infatti ci sono ancora una quindicina di decreti attuativi per far sì che il reddito di cittadinanza funzioni nella maniera adeguata. Entro la fine del mese di marzo si definiranno in maniera chiara le modalità di accesso e condivisione dei dati tra le amministrazioni che devono occuparsi di stabilire l’idoneità dei richiedenti il sussidio. I Comuni però rallentano il tutto a causa della mancanza di una rete interconnessa che consenta di controllare i dati anagrafici. Insomma, bisogna fare in modo che gli enti locali siano connessi all’Anagrafe nazionale della popolazione residente. Questo soprattutto per il requisito dei dieci anni di residenza in Italia per gli stranieri, in assenza del quale non è possibile ottenere il reddito di cittadinanza. I comuni devono anche avviare, entro il mese di luglio, le procedure per coinvolgere i beneficiari del reddito nelle attività socialmente utili.

Altro punto da chiarire è il perimetro entro il quale può essere effettuato il monitoraggio delle spese che si fanno con la card delle Poste che viene data a chi ottiene il reddito di cittadinanza. Bisogna poi anche stilare la lista dei Paesi extra Ue che non forniscono la documentazione relativa al patrimonio degli stranieri che si trovano in Italia e che presenteranno la richiesta per ottenere il reddito di cittadinanza.

Cosa altro manca? Ovviamente il potenziamento dei centri per l’impiego, attualmente non adeguati ad accogliere la platea dei beneficiari del reddito di cittadinanza al fine di ricollocarli nel mondo del lavoro.



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