Il marito di Sueli: “ho gettato una sigaretta sul tappeto, non volevo un incendio” ma chi indaga non gli crede
Il marito di Sueli ha buttato una sigaretta accesa sul tappeto e poi è uscito. Dice che non voleva appiccare un incendio o farle del male ma chi indaga non gli crede
Nella notte tra il 4 e il 5 giugno, una tragedia ha scosso viale Abruzzi a Milano. Sueli Leal Barbosa, 48 anni, di origini brasiliane, si è lanciata dal quarto piano della sua abitazione nel disperato tentativo di sfuggire a un incendio divampato nel suo appartamento. La donna viveva lì insieme al marito, Michael Pereira, 45 anni.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la porta di casa era chiusa dall’esterno, e questo ha fatto si che Sueli potesse avere accesso a ogni via di fuga, non le restava che la finestra, dalla quale si è gettata per cercare di salvarsi la vita. Dopo lo spegnimento dell’incendio, Pereira è stato rintracciato in evidente stato di ebbrezza all’interno di un bar. Un dettaglio che ha immediatamente attirato l’attenzione degli investigatori, i quali stanno ora valutando la possibilità che l’uomo abbia volontariamente appiccato il fuoco e abbia poi bloccato la moglie all’interno dell’abitazione.
Le indagini hanno evidenziato anche precedenti episodi di tensione nella coppia: nel 2024, Sueli aveva già richiesto l’intervento delle forze dell’ordine in seguito a un’altra lite con il compagno. Inoltre, diverse testimonianze confermerebbero una nuova discussione tra i due poche ore prima del rogo.
La versione del marito di Sueli e la sigaretta sul tappeto
Convocato in Procura, Pereira ha fornito la sua versione dei fatti prima di essere fermato con l’accusa di omicidio volontario aggravato e incendio doloso. “Io e Sueli abbiamo litigato – ha dichiarato – lei voleva che andassi a letto con lei invece di bere. Mi sono innervosito, ho fumato una sigaretta e prima di uscire l’ho gettata sul tappeto davanti al divano. Volevo solo farle un dispetto. Lei era molto attenta alla pulizia, usava alcol e ammoniaca per pulire tappeto e divano, ma non pensavo che si potesse incendiare tutto”.
Tuttavia, la sua ricostruzione non ha convinto gli inquirenti. Come sottolineato dalla Pm Maura Ripamonti, l’uomo avrebbe ammesso una responsabilità per incendio colposo, ma negherebbe qualsiasi intenzione omicida, dichiarandosi addolorato per quanto accaduto. Un dolore che, però, non traspare né dal verbale né dal video dell’interrogatorio. Ed è anche per questo motivo che l’uomo al momento risulta in stato di fermo.
Il comportamento contraddittorio dell’uomo – che ha cambiato versione più volte, passando da testimone a indagato – ha ulteriormente aggravato i sospetti. La Procura evidenzia che la dinamica dell’incendio, documentata in parte da video e foto, non sarebbe compatibile con il racconto fornito da Pereira. Un dettaglio che rende sempre più concreta l’ipotesi di un gesto volontario e premeditato, quello di Sueli, potrebbe essere purtroppo, l’ennesimo femminicidio nel nostro paese.
La versione del marito di Sueli tra l’altro viene smentita dai rilievi fatti dal Nucleo Investigativo Antincendi (Nia) dei vigili del fuoco; è emerso che nell’appartamento “risulta la presenza di sostanze acceleranti la combustione” in almeno “due punti della casa, ossia nel soggiorno, in prossimità della porta di ingresso, e nella camera da letto”.