Attualità Italiana

Sueli si è gettata dalla finestra dopo l’incendio ed è morta: fermato il compagno, era ossessivo

Sueli ha provato a salvarsi la vita gettandosi dalla finestra. Il fuoco è stato appiccato dal compagno? L'uomo è stato fermato

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Una tragedia sconvolgente ha scosso viale Abruzzi, a pochi passi da corso Buenos Aires, nel cuore di Milano. Nella notte, Sueli Leal Barbosa, 48 anni, ha scelto l’unica via di fuga possibile: gettarsi dalla finestra del quarto piano per sottrarsi alle fiamme che in pochi istanti hanno avvolto il suo appartamento. La porta d’ingresso era chiusa a chiave dall’esterno. Dietro quella serratura, secondo la ricostruzione degli inquirenti, c’era l’uomo con cui viveva da tre anni, Michael P., 45 anni, cittadino brasiliano come lei. Mentre Sueli cercava disperatamente di salvarsi, lui era al bancone del vicino Caffè degli Artisti, intento a bere una birra.

Ed è per questo che gli inquirenti hanno subito capito che forse Sueli, non era morta in seguito a un incidente ma che c’era dell’altro. Lo stabiliranno le indagini certo, ma quella porta chiusa a chiave dall’esterno, racconta purtroppo, quasi certamente, di un diabolico piano per uccidere una donna. Un altro femminicidio nel nostro paese?

La morte di Sueli a Milano: un altro femminicidio?

Neppure le sirene dei mezzi di soccorso, il fragore delle esplosioni dei vetri infranti e le fiamme visibili a distanza hanno spinto Michael ad allontanarsi dalla zona. Quando, mezz’ora dopo, gli agenti lo hanno individuato, si trovava ancora lì, a poca distanza dal rogo che aveva distrutto l’appartamento.

Il corpo di Sueli è stato ritrovato nel cortile interno del palazzo al civico 64. Erano passati meno di quattro minuti dalla chiamata d’emergenza. Il volo di quindici metri le ha causato traumi gravissimi: trasportata d’urgenza al Fatebenefratelli, è morta poco dopo l’arrivo. «Siamo stati svegliati dalle sue urla strazianti — raccontano i vicini — gridava “aiuto, aiuto”, è stato agghiacciante».

I sospetti sono ricaduti subito su Michael, noto per comportamenti violenti. I vicini parlano di una relazione turbolenta, segnata da liti frequenti, urla, piatti rotti e un precedente intervento delle forze dell’ordine, lo scorso marzo, dopo una chiamata della stessa Sueli. «Era ossessivo, non la trattava bene», raccontano le amiche. Sua madre, Geralda, 83 anni, dal Brasile, ricorda di averla più volte messa in guardia: «Le dicevo sempre di lasciarlo».

Il compagno di Sueli violento e ossessivo

L’uomo, interrogato dalla polizia, ha fornito versioni contraddittorie. Prima ha detto di essere uscito molto prima che divampassero le fiamme, chiudendo la porta. Poi ha ritrattato, sostenendo di averla lasciata aperta. Ma le immagini delle telecamere di sorveglianza lo smentiscono: si vede chiaramente mentre esce poco prima dello scoppio dell’incendio. E i vigili del fuoco, giunti sul posto, hanno trovato la porta d’ingresso chiusa a chiave. All’interno non c’erano altri mazzi. L’unica copia, verosimilmente, era con lui.

Nel corso delle indagini, è stato sequestrato anche un sacchetto della spazzatura trovato nei pressi, alla ricerca delle chiavi o di altri indizi. Il giorno dopo, il pubblico ministero Maura Ripamonti ha disposto il fermo per omicidio volontario aggravato e incendio doloso. Michael, durante il lungo interrogatorio, non ha confessato: ha ipotizzato che l’incendio possa essere scoppiato per una sua disattenzione. Ma i video, ancora una volta, raccontano un’altra storia.

Resta da chiarire la dinamica esatta del rogo: gli inquirenti stanno cercando di individuare il punto d’innesco e verificare la presenza di eventuali acceleranti che possano spiegare la rapidità e la violenza delle fiamme. I vigili del fuoco, esausti dopo ore di lavoro, non hanno esitato a definire l’incendio “di una potenza tale da stupire anche i più esperti”.

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