Attualità Italiana

Il giallo della morte di Diana Canevarolo: è stata uccisa? Compagno e figlio sotto shock

Come è morta Diana Canevarolo? Non si danno pace il compagno e suo figlio che cercano risposte. Si aspettano i risultati dell'autopsia

la morte di diana canevarolo

L’inchiesta sulla morte di Diana Canevarolo, 49 anni, si muove ancora nell’incertezza. L’autopsia è stata rinviata e occorrerà attendere ancora per comprendere i contorni di un caso che, a Torri di Quartesolo (Vicenza), sta assumendo i toni del giallo. Nel frattempo, per la prima volta, il figlio Nicolò e il compagno Vincenzo Arena hanno deciso di raccontare pubblicamente ciò che è accaduto la notte in cui la donna è stata trovata agonizzante nel cortile del condominio di via Zara.

Come è morta Diana Canevarolo?

Il primo a parlare è stato Nicolò, 18 anni, intervistato dal programma Ore 14 di Rai 2. Il giovane ha ricordato l’attimo in cui ha visto la madre distesa a terra: «L’abbiamo trovata distesa con il volto rivolto verso l’alto e del sangue sulla faccia» – ha raccontato – «Ho chiamato subito l’ambulanza. Le ho fatto il massaggio cardiaco e ho provato a pizzicarle il collo per vedere se reagiva, ma non c’è stata risposta».

Il ragazzo riferisce di essersi svegliato alle 6:02, un orario annotato sul cellulare. Ma questo dettaglio contrasta con quanto emerso dagli atti: il Suem avrebbe ricevuto la chiamata poco dopo le 5, e a telefonare sarebbe stato proprio il compagno della donna, che avrebbe dichiarato di aver trovato il corpo insieme al figlio. L’ambulanza è arrivata intorno alle 5:30, trasferendo la donna d’urgenza all’ospedale di Vicenza, dove è morta due giorni dopo, sabato, nel reparto di terapia intensiva.

Secondo Nicolò, la madre era solita restare sveglia fino a tardi, usciva ogni notte in cortile per fumare alcune sigarette prima di andare a dormire. Quella sera, spiega, lo aveva salutato intorno a mezzanotte: «Lei è uscita più o meno verso le 2. Era una sua abitudine, la conoscevo bene. Anche i vicini, intorno a quell’ora, hanno sentito qualcuno parlare fuori dal palazzo».

Un vicino conferma il vociare, anche se lo colloca circa un’ora dopo. Resta però un punto critico: la ferita riportata da Diana. «Il tipo di ferita è troppo strano per una caduta» – afferma il ragazzo – «E non può essere saltata dalla finestra, era chiusa. Nemmeno dal tetto: è inaccessibile».

Il giovane parla anche di una possibile pista legata a presunti ladri avvistati dalla madre qualche giorno prima nel cortile, poi fuggiti. Una segnalazione che al momento non ha trovato riscontri ufficiali.

Poche ore dopo il racconto di Nicolò, è arrivata anche la testimonianza di Vincenzo Arena, compagno della vittima, ospite del programma Dentro la notizia su Canale 5. Secondo chi conosceva al coppia, tra il signor Arena e Diana Canevarolo i rapporti erano sereni e non c’era nessun problema da segnalare.

Arena ricostruisce l’ultima sera trascorsa in casa: «Sono arrivato alle 20:20, abbiamo cenato come sempre. Verso le 23:30 sono andato a dormire».

Il mattino successivo, scendendo nella tavernetta dove la donna riposava abitualmente, ha immediatamente notato qualcosa di insolito: «Ho trovato la porta aperta. Il letto era intatto, mi sono preoccupato. Sono uscito ed era lì per terra. Le ho sollevato la testa ma era gelida. Chissà da quanto era lì… stiamo vivendo un incubo».

La morte di Diana Canevarolo continua a lasciare più domande che risposte. Le testimonianze di chi le era vicino delineano una notte scandita da orari discordanti, abitudini consolidate e rumori percepiti dai vicini. Ma nulla, per ora, permette di ricostruire con certezza ciò che è accaduto nel cortile del condominio di via Zara. L’autopsia sarà il primo tassello per dissipare il mistero. Nel frattempo, il figlio e il compagno chiedono solo una cosa: sapere la verità.

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