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Potrebbe esser nato vivo il piccolo trovato nel cestino del bagno di Piacenza: l’ipotesi shock

Le ultime notizie da Piacenza dopo il ritrovamento del piccolo nel cestino dell'ospedale: aveva sei mesi, non si esclude che possa esser nato vivo

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È una vicenda sconvolgente quella che scuote Piacenza e l’intera comunità ospedaliera: un feto è stato rinvenuto all’alba del 19 giugno all’interno di uno dei bagni riservati al pubblico del pronto soccorso. Il corpicino era nascosto in una busta, gettata nel cestino dei rifiuti, coperta da stracci insanguinati. A notarlo è stata un’addetta alle pulizie, insospettita dal peso anomalo del sacco. Immediato l’allarme ai medici, che però non hanno potuto far altro che constatare il decesso.

Le autorità sanitarie e le forze dell’ordine hanno avviato subito le indagini. L’intera area dell’ospedale è finita sotto la lente: accessi monitorati, immagini di videosorveglianza analizzate, movimenti ricostruiti nel dettaglio. La direzione dell’Ausl parla apertamente di un lavoro investigativo minuzioso, necessario per capire non solo chi abbia abbandonato il feto, ma anche se il parto sia avvenuto all’interno della struttura. Si esclude al momento che possa essere invece avvenuto in bagno dove ci sarebbero solo tracce di sangue, ma non del parto.

Le ultime notizie da Piacenza: era vivo il piccolo di sei mesi?

Il feto, un maschio di carnagione bianca, sarebbe giunto alla trentesima settimana di gestazione: un’età che indica uno sviluppo già avanzato, con un peso stimato sopra il chilo e una lunghezza intorno ai 38 centimetri. Secondo quanto riferito dal dottor Franco Federici, direttore del presidio unico dell’Ausl di Piacenza, l’episodio è avvenuto nel bagno del piano terra, accessibile ai pazienti in attesa ( nelle ultime ore è emerso che comunque in quell’aria si può arrivare anche da altre parti dell’ospedale e non solo tramite pronto soccorso).

«Mentre svuotava il cestino – racconta Federici – l’operatrice si è accorta del peso anomalo del sacco. Ha quindi deciso di aprirlo e ha scoperto materiale espulsivo. Un medico e un infermiere presenti in quel momento hanno subito chiamato i colleghi ginecologi e pediatri, ma il feto era privo di segni vitali». La segnalazione è partita immediatamente ai carabinieri. Non si può sapere però da quanto il corpicino fosse lì.

Da Piacenza la sconvolgente ipotesi: potrebbe essere nato vivo

Un tassello fondamentale per comprendere cosa sia realmente accaduto sarà l’autopsia, già disposta dalla Procura. Come spiega il dottor Giulio Bini, direttore di Medicina Legale, «a trenta settimane il feto avrebbe potuto nascere vivo, ma si tratta al momento solo di una possibilità teorica». La conferma definitiva arriverà solo dagli esami autoptici.

Nel frattempo, gli inquirenti si concentrano sulla ricostruzione temporale dei fatti: si presume che l’abbandono sia avvenuto tra la sera del 18 e le prime ore del 19 giugno. Le telecamere interne ed esterne, comprese quelle delle vie adiacenti al nosocomio, sono state acquisite e visionate per identificare eventuali sospetti o movimenti anomali.

Una città sotto choc

La notizia ha suscitato sgomento in città e tra il personale sanitario. L’episodio viene descritto da molti come «disumano», ma il clima prevalente è quello del dolore e dello sconcerto. L’ospedale, intanto, collabora attivamente con le autorità per fare piena luce su una vicenda ancora avvolta nel mistero.

Le indagini proseguono senza sosta a Piacenza. Gli inquirenti mantengono il massimo riserbo ma assicurano: ogni elemento utile verrà vagliato per dare un nome, un volto e una verità a questa tragica scoperta. Ci sono tante domande: dove è avvenuto il parto, chi ha portato lì il piccolo e non si esclude che il feto possa esser stato gettato dopo un aborto clandestino fatto nella struttura all’insaputa di tutti. Le ipotesi, dopo questa drammatica storia che arriva da Piacenza sono purtroppo tante.

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