Milano, gelato vietato dopo mezzanotte: sul web è polemica
A Milano è stata vietata la consumazione di gelato dopo la mezzanotte. La decisione ha causato l’ironia degli utenti di internet, ma sulla vicenda ha poi fatto chiarezza lo stesso Sindaco
A Milano è stata vietata la consumazione di gelato dopo la mezzanotte. L’ordinanza annuncia di aver rilevato picchi di rumore ambientali in concomitanza con l’apertura dell’esercizio delle attività commerciali che somministrano cibo e bevande da asporto, quindi gelaterie comprese. La decisione del Sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, ha scatenato l’ironia del web. Sui social networks in molti si sono improvvisati in commenti talvolta divertenti e talvolta pesanti. È soprattutto Twitter che ha coinvolto le battute degli utenti. Gli hashtag (ovvero i temi più caldi del momento) utilizzati sono stati #occupygelato e #cinegelato. Nel primo caso, alcuni dei commenti più duri e divertenti sono stati i seguenti: “Milano capitale mondiale per consumo di cocaina e per la tratta delle bianche. E cosa combattono? gelato dopo la mezzanotte.”; “Che ansia ho 4 coppe del nonno in freezer e quando sento una sirena in strada penso che siano i vigili che vengono a prendermi”; “La rivoluzione arancione di Milano naufraga grazie a una cialda al pistacchio”; “Gettatevi a terra: ha una granita!”. Nel secondo caso, i seguenti sono alcuni dei più apprezzati: “Cucciolone da Tiffany” e “V per vaschetta”. Anche i commercianti si sono lamentati del divieto, commentando che metterebbe a rischio il guadagno derivante dalla loro attività. Nel pomeriggio di ieri arriva la replica di Giuliano Pisapia: “I milanesi possono continuare a gustare liberamente il loro gelato anche dopo le 24. Non c’è nessun coprifuoco e mai è stato previsto”. Il Sindaco ha spiegato che si è trattato di un malinteso, annunciando che oggi spiegherà meglio l’accaduto. La sua smentita deve essere passata inosservata perché fino a notte fonda si sono scatenati i commenti su internet. In passato, Pisapia è già stato attaccato da più parti per le sue prese di posizione considerate controverse.
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