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La dipendenza da Smartphone ora diventa un film

La dipendenza da Smartphone ora diventa anche un film. A una regista americana è venuto in mente di girare un ironico corto su questa che è considerata una vera e propria malattia


Uscite la sera ma vedete sempre i vostri amici occupati con lo Smartphone? Ebbene, la dipendenza da Smartphone ora diventa un film. Nonostante la crisi che attanaglia la maggior parte del mondo occidentale, la vendita di oggetti tecnologici, e soprattutto di Tablet e Smartphone procede bene. Pur di avere uno Smartphone tutti sono disposti a fare piccole rinunce. E ora la dipendenza da Smartphone ha ispirato anche una pellicola, un corto per la precisione. Dunque, un microfilm per descrivere la dipendenza da Smartphone che riguarda gran parte degli italiani under 50. La dipendenza da telefono è stata codificata come una vera e propria malattia, un disturbo mentale da equiparare alla dipendenza da droghe, alla bulimia e alla dipendenza da alcolici. Ci sono persone che non possono resistere nemmeno 5 minuti senza controllare il telefono e le sue mille applicazioni. Si è calcolato che ogni possessore di Smartphone tocchi lo schermo per controllare eventuali notifiche circa 100 volte al giorno. Su questo tema esistono due visioni. Riusciremmo a resistere un giorno intero senza il nostro Smartphone? Questa la domanda iniziale posta dall’autrice del corto “I forgot my phone” (ho dimenticato il mio cellulare), l’americana Charlene De Guzman. De Guzman ha tramutato questa semplice domanda in un video, creando un corto che affronta con ironia il tema. I critici dicono che ciò porta le persone a estraniarsi, mentre i sostenitori della tecnologia affermano che l’attenzione rivolta al proprio Smartphone può avere risvolti positivi. Primo fra tutti lo studioso dei media Henry Jenkins sostiene che l’individuo, quando controlla lo Smartphone per giocare o mandare messaggi, mantiene bassa la soglia di attenzione. Tuttavia, la soglia di attenzione si alza qualora accadesse qualcosa degna di rilevanza. Essere multitasking è una funzione che sta diventando naturale per i nativi digitali e che dunque non è da demonizzare. Sulla stessa scia di Jenkins, il collettivo anonimo di scrittori Wu Ming, che hanno anche scritto la prefazione di uno dei suoi libri: “Cultura convergente”. Staremo a vedere se i possessori di uno Smartphone sarebbero in grado di mettersi alla prova come avviene nel film e stare un giorno a digiuno di tecnologia.



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