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Come superare lo stress test in un colloquio di lavoro

Ecco i principali consigli per fare una bella impressione durante un colloquio di lavoro e per le pratiche che precedono ciò


Se non ti arrabbi, ti assumo. Questo l’ultimo “trucchetto” inventato dalle imprese durante un colloquio di lavoro: attenzione a fare una buona impressione. Uno stress test in cui si viene assunti solo se si rimane calmi. Vediamo come aggirarlo e alcuni consigli per avere maggiori chances di fare bella figura. Il tono di chi sta giudicando la vostra idoneità può essere volutamente aggressivo per mettervi alla prova. Domande particolari e un tono (oltre che un atteggiamento) incalzante, per valutare se riuscite a non perdere la calma. Per selezionare i candidati, vengono poste loro domande con un atteggiamento volutamente scortese, ma in realtà è una strategia per testare il livello di resistenza allo stress e valutare le vostre reazioni. Dal momento che sul posto di lavoro sono frequenti situazioni ad alto livello di stress, questo test è stato studiato appositamente per far sì che si venga assunti solo se si rimane calmi.  A dirlo è un’indagine condotta dal Servizio Placement dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, che ha elaborato una sorta di consigli per tutti quelli che cercano opportunità lavorative e hanno voglia di fare una buona impressione. Il test è stato condotto su un campione simbolico di aziende di grande livello. Chi ricorre a questo stressed interview è il 21% delle aziende. Molto frequenti anche i test di logica, di personalità e riguardanti una lingua straniera (di solito l’inglese). L’indagine ha preso in considerazione i tre momenti della candidatura: composizione del curriculum vitae, lettera di presentazione e seguente colloquio. Sempre secondo quanto è emerso dal test di Ca’ Foscari, un curriculum per emergere deve avere anche esperienze extracurriculari (77%), un periodo di studio o lavoro all’estero (77%) e un voto di laurea superiore o pari a 105 (quindi, con una media voto all’incirca del 27. Scrivere l’autorizzazione al trattamento dei propri dati personali è importantissima per le aziende:  ben il 71% lo ritiene essenziale. Titoli di studio e conoscenza delle lingue straniere è gradita. Ma attenzione: anche se in pochi hanno il coraggio di dirlo, esistono imprese che vedono di cattivo occhio chi studia e lavora. Questo perché lo studente “perderà” dei giorni lavorativi per frequentare gli esami. Importante verificare su eventuali forum le opinioni e i consigli dei precedenti candidati. Non solo timore di inserire sul CV se state studiando, ma anche se avete già una laurea: qualcuno potrebbe considerarvi troppo qualificati per il ruolo e paradossalmente scartarvi. Infine, anche se non è strettamente legale chiedere informazioni riservate, se fate un colloquio di lavoro per ditte che operano anche nei week end, sarà loro interesse sapere se avete una relazione: questo perché molti si licenziano per stare il fine settimana con il partner. Apprezzate risultano inoltre la flessibilità, la capacità di problem solving (la soluzione più efficace a imprevisti) e le competenze comunicativo-relazionali per svolgere operazioni in gruppo. La lettera di presentazione è un altro dettaglio importante: oltre la metà delle aziende la legge sempre. Capacità di sintesi, educazione (che non sconfini nell’adulazione) e conoscenza dell’azienda sono doti prese in considerazione positivamente. Per fare una buona impressione durante un  colloquio di lavoro bisogna dunque rimanere calmi (anche con il linguaggio del proprio corpo), vestirsi bene o comunque non trasandati, dimostrare di conoscere l’azienda, di mettersi in gioco e di avere personalità. Questi i consigli principali. Certo, almeno in Italia, una buona raccomandazione passa sopra chiunque abbia tutte queste doti.



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