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Al Bano Carrisi racconta delle premonizioni prima della scomparsa di Ylenia: gatti neri, fiamme, presagi

Al Bano Carrisi parla di quello che successe prima della scomparsa di sua figlia Ylenia: segni premonitori lo avvisarono che stava per succedere qualcosa?


Prima di Natale la famiglia Carrisi era finita di nuovo sotto i riflettori, la cronaca, ma stavolta quella nera e non quella rosa, si tornava a occupare della famiglia di Al Bano. Le ultime notizie arrivate dagli Stati Uniti parlavano di una possibile svolta nella ricerca di Ylenia, la figlia di Al Bano e Romina che manca da casa dal 1996. Si parlava di un serial killer, di un uomo che l’avrebbe uccisa e gettata via. Adesso c’era un corpo però, su cui fare esami e il dna di Al Bano e Romina è arrivato allo sceriffo che seguiva il caso ma ancora una volta, tutto si è chiuso senza i risultati che ci si aspettavano. Non era Ylenia quella ragazza. Oggi Al Bano torna a parlare della scomparsa di sua figlia e lo fa parlando di qualcosa che successe mesi e anni prima rispetto alla scomparsa di Ylenia: gatti neri, presepe in fiamme, strani presagi. Sono questi i segni premonitori che hanno preceduto la scomparsa dell’adorata figlia Ylenia verso la fine del 1993 e di questo ne parla direttamente Al Bano a “Mistero Magazine”. Per quanto Al Bano sia credente, abbia nella fede un grande punto di riferimento, non può fare a meno di prendere questi segni come qualcosa di premonitore e ne parla proprio a Mistero.

IL SERIAL KILLER HAPPYFACE NELLA STORIA DI YLENIA CARRISI-LEGGI QUI

Mi ricordo cinque maledetti gatti neri – spiega nell’intervista – e mi scuso con tutti gli animalisti, alla fine dell’anno 1993 (due anni prima  della scomparsa della figlia Ylenia, ndr). Spuntarono tutti insieme di fronte a casa mia, davanti al bosco… Ed è una cosa che non dimenticherò mai. Sempre in quei giorni, una pigna cadde sul presepe di casa, che prese fuoco e andò distrutto“. Sono queste le parole di Al Bano che fa un tuffo indietro nel passato per provare a spiegare quello che pensa di aver visto, dei segni che da tempo interpreta come premonitori.

Dei segni che però lo hanno portato ad avvicinarsi di più a Dio anche se, le “lotte” non sono mancate:Reagii contro Dio, ma capii subito che stavo commettendo un gravissimo errore, perché mi allontanavo da una certezza per affrontarne altre… Non entro nei particolari, ed è giusto che sia così, ma dopo un po’ mi ritrovai a pensare: ‘Se a Dio hanno ammazzato un figlio, tu chi ti credi di essere per non poter provare su questa Terra una cosa del genere?’. A quel punto ricominciai a collegarmi con Dio e il mio spirito migliorò, sentivo meno acidità e cattiveria dentro. Così ho riscoperto la cristianità“.



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