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La fabbrica che produce i Krumiri della Bistefani chiude i battenti dopo 60 anni

Dopo 60 anni di produzione lo stabilimento di Villanova piemontese della Bistefani chiude i battenti, 115 i dipendenti che saranno trasferiti


La fabbrica dei biscotti Krumiri della Bistefani chiude i battenti. Dopo 60 anni di produzione e di attività, chiude lo stabilimento Bistefani di Villanova Monferrato, in provincia di Alessandria. Tre anni dopo l’acquisizione dei celebri biscotti krumiri la Bauli ha annunciato ai sindacati il trasferimento entro l’estate della produzione nella sede centrale di Castel d’Azzano, a Verona. La notizia è stata ufficializzata in un incontro con i sindacati. Sono 115 i dipendenti che lavorano in questo stabilimento. A tutti loro è stato proposto il trasferimento nell’altra sede dell’azienda multinazionale. L’amministratore delegato Stefano Zancan ha comunicato l’intenzione della proprietà ai rappresentanti dei lavoratori.

Sarebbero troppo alti i costi per una produzione che è la metà di quella delle altre fabbriche del gruppo. L’amministratore ha parlato di un “peso insostenibile nonostante i cospicui finanziamenti effettuati dalla Bauli, che nell’accordo per l’acquisizione della Bistefani si era impegnata a mantenere in Piemonte la produzione di Buondì, Girella, Yo Yo e appunto i krumiri.

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I sindacati hanno annunciato una vertenza. “Abbiamo insistito perché l’azienda ci dicesse la verità” così Marco Malpassi, sindacalista Flai Cgil, l’amministratore delegato ha risposto, che durante la gestione precedente alla Bauli sono stati commessi molti errori, e che l’operazione Bistefani non poteva più stare in piedi. I risultati economici di Bistefani sono positivi, è vero, ma i costi fissi, 5-6 milioni di euro l’anno, erano diventati insostenibili. Sembra quindi che Bauli ha deciso di trasferire la produzione delle merendine a marchio Motta nella sede centrale di Castel d’Azzano, smontando tutte le linee presenti a Villanova. Zancan ha anche detto che non vuole perdere le professionalità e che la Bauli accoglierà tutti i 114 dipendenti in Veneto, ben sapendo che “non tutti accetteranno”. Sarà difficile certo accettare dopo 60 anni che una fabbrica storica del luogo chiude i battenti, speriamo solo che accorpino davvero i 115 lavoratori e non permettano di farli restare senza un lavoro.



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