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Coronavirus: da Le Iene il servizio di Roberta Rei, cos’è successo davvero a Wuhan tra censura e scomparse

A Le Iene il servizio di Roberta Rei che ci porta a Wuhan: cosa è successo davvero in Cina e come saremo dopo il lockdown?

E’ andata in onda ieri su Italia 1 la prima puntata de Le Iene, dopo lo stop causato dell’emergenza coronavirus. Una puntata ricca di servizi e approfondimenti che ci ha dimostrato come sia possibile, anche oggi, in un momento così complicato, fare televisione e informare. Tra i servizi più apprezzati della puntata di ieri, c’è sicuramente quello realizzato da Roberta Rei che ha seguito gli sviluppi dell’emergenza coronavirus anche in Cina, grazie all’aiuto di un giovane di Wuhan che le ha spiegato ( mandando tra l’altro anche diversi video) quello che realmente è successo in Cina. Cose che in tv non sono state mostrate ma che si recuperano facilmente sul web che per fortuna, nonostante la forte censura, riesce comunque a dare voci ai tanti giornalisti e ai tanti blogger che vogliono raccontare la verità.

IL CORONAVIRUS A WUHAN: I NUMERI NON TORNANO, LA CENSURA HA COLPITO

A Wuhan non hanno dubbi: i morti sono stati molti di più, il numero è ben diverso da quello che viene dato al mondo intero. E se è vero che l’emergenza è stata arginata, come raccontano i giornalisti locali, molto del merito è delle persone di Wuhan che hanno saputo rispettare le regole imposte. Non certo del governo che, a detta di molti testimoni, ha solo usato le maniere forti ( come tra l’altro si vede anche in diversi video mandati in onda). Non è un caso del resto, che molti dei giornalisti di cui si parla anche in questo servizio, siano scomparsi tristemente nel nulla. Uno di loro, che aveva anche lavorato presso i forni crematori, riuscendo a dimostrare che i morti erano molti di più di quello che si diceva, ha persino filmato il suo arresto in diretta. Poi il nulla. Ma per fortuna c’ è la rete. Forse la consolazione di una storia che viene raccontata in diretta a milioni di persone non basta, è chiaro, ma è un inizio.

I giornalisti di Wuhan, come il giovane che ha scelto di collaborare con Le Iene, ribadiscono concetti che ormai in Europa e negli Usa sono alquanto evidenti. In Cina si è agito con almeno un mese di ritardo, la pandemia si è diffusa in maniera così rapida per questo motivo. Chi denunciava veniva arrestato, scompariva nel nulla, ignorato nel migliore dei casi. Poi la gente ha iniziato a morire per strada, davanti agli ospedali, sui mezzi pubblici. E allora si è deciso di ammettere che stava succedendo qualcosa.

WUHAN OGGI: COME SI TORNA ALLA NORMALITA’?

L’inviata de Le Iene ha quindi cercato di capire cosa succederà quando il lockdown sarà finito. Come si torna lentamente alla normalità? In realtà come ha mostrato il giornalista da Wuhan, se è vero che si inizia a uscire per strada, i negozi sono aperti ancora oggi, dopo il ritorno alla normalità dell’8 aprile con la fine delle restrizioni, molte attività non sono riprese. La scuola resta chiusa, sui mezzi pubblici e nei supermercati si può andare solo se in possesso dell’App che traccia ogni movimento. Bar e ristoranti nella maggior parte dei casi sono aperti ma solo per asporto. Chiuse anche le palestre, ci si allena all’aperto nei parchi e negli spazi a disposizione. Chiusi anche i cinema. Per il giornalista che ha collaborato con Le Iene non ci sono dubbi: forse ci si potrà togliere la mascherina in estate, tra 3 mesi, anche perchè sarebbe impossibile portarla. Ma non prima.

Il servizio andato in onda nella puntata de Le Iene del 21 aprile 2020 è disponibile sul sito ufficiale del programma di Italia 1.

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