Gossip e TV

Alexander Pato è nei guai, ex moglie chiede l’arresto

Mentre Alexander Pato vive felice la sua storia d’amore con la bella Barbara Berlusconi c’è qualcuno che reclama qualcosa. Di chi si tratta? E’ l’ex moglie di Pato ad attaccare: suo marito non avrebbe pagato gli alimenti dopo il divorzio. Vi starete chiedendo, se non siete degli esperti gossippari, ma perchè Pato era anche sposato? […]


Mentre Alexander Pato vive felice la sua storia d’amore con la bella Barbara Berlusconi c’è qualcuno che reclama qualcosa. Di chi si tratta? E’ l’ex moglie di Pato ad attaccare: suo marito non avrebbe pagato gli alimenti dopo il divorzio. Vi starete chiedendo, se non siete degli esperti gossippari, ma perchè Pato era anche sposato? Si nonostante la sua giovane età ha trovato il tempo di sposarsi appena compiuti i 18 anni e poi tra un goal e l’altro, ha avuto anche il tempo per divoraziare. E adesso la moglie torna alla ribalta: Stephany Brito vuole che suo marito paghi per tutto quello che ha fatto. Cerchiamo di capire cosa mai abbia fatto di così cattivo l’attaccante rossonere.

La questione è legata a 23 mila euro soldi che, stando alla testimonianza della donna, Pato non le avrebbe dato. Ma il tribunala ha già emesso la sua sentenza dando ragione all’asso milanista. La donna però non è molto convinta della sentenza e i suoi avvocati hanno giurato che proseguiranno ancora in questa vicenda. Oltre ai soldi che Pato non avrebbe dato ci sarebbe poi da considerare il fatto che la signora si sarebbe trasferita in Italia lasciando così la sua vita in Brasile.

Queste le parole dell’avvocato della moglie di Pato: “Quando si sono sposati, nel luglio 2009, lui le ha detto che avrebbe dovuto smettere di lavorare, e in cambio lui avrebbe depositato 50mila reais (22 mila euro) ogni mese sul suo conto corrente . Il pagamento è andato avanti fino a quando i due sono rimasti sposati, poi si è interrotto. Dopo il divorzio, lui le ha offerto 5mila reais al mese (2200 euro) fino alla fine dell’anno, somma che la mia cliente ha giudicato insufficiente”.



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