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Tania Zamparo l’anoressia iniziata con una dieta: “Poi contavo le calorie”

Miss Italia nel 2000, Tania Zamparo parla dell'anoressia che per lei è iniziata con una semplice dieta

Tania Zamparo ospite in collegamento con Storie Italiane è la splendida ex Miss Italia che non ha paura di raccontare dell’anoressia. Eletta nel 2000 ha sofferto di quella malattia iniziata con una semplice dieta, la semplice necessità di perdere qualche chilo preso durante la pubertà. A quei pochi chili che desiderava perdere si è poi aggiunto il lavoro da modella. Alta 1,80 e bellissima ma ad alcuni stilisti interessava un peso inferiore. “Le richieste dipendono dalla vestibilità di ogni stilista. Qualcuno chiede delle modelle molto magre e negli anni questa situazione è peggiorata”. Elisa D’Ospina interviene, non c’è una legge che lo vieta, che vieti alle ragazze troppo magre di sfilare in passerella.

Da 65 chili a 49 chili, a Tania Zamparo dicevano che era grassa

“Io vedo che non è cambiato nulla da quando a 17 anni facevo la modella… Ci sono ancora modelle scheletriche anzi forse la situazione è peggiorata. Gli anni delle top model come Naomi Campbell e le altre erano magre in salute ma avevano le loro forme erano bellissime e perché non si può tornare a quella bellezza degli anni ’80 – ’90? Io vedo in passerella che sfilano ragazze che non sono belle, che sembrano uscite da un film simbolo di sofferenza e sofferenti”.

Tania Zambrotto sottolinea che non si diventa anoressiche se si sta bene con se stesse: “Ci possono essere tante problematiche che fanno manifestare questo tipo di malattia. Si può iniziare con una dieta ma poi si può manifestare l’anoressia”.

L’ex Miss Italia ricorda che i canoni di bellezza sono una bellezza morbida che richiama a una donna sensuale e attraente ma alcune ragazze in passerella sono stampelle che non hanno più niente di femminile.

“Sono richieste che arrivano dagli stilisti che dovrebbero amare le donne, esaltare la loro bellezza, la loro femminilità e io ho dovuto rispondere a questi canoni” non c’è molto altro da aggiungere se non fermare finalmente tutto questo.

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