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Francesca Neri: “Il corpo assorbe tutto e se non ascolti i segnali poi ti ferma”

Un medico aveva avvisato Francesca Neri che la cistite poteva diventare cronica ma lei continuava a prendere antibiotici

francesca neri cistite

Dopo cinque anni di silenzio Francesca Neri si racconta nel suo libro e finalmente la vediamo nelle sue interviste, questa volta a Oggi è un altro giorno. La malattia l’ha fermata ma confessa che un medico l’aveva avvisata che la cistite di cui soffriva, di cui soffrono molte donne, poteva diventare cronica. “Il corpo assorbe tutto, come una spugna e se non ascolti i segnali che il corpo ti dà poi arriva lui e ti ferma”. Capita quasi a tutte le donne di soffrire per una volta di cistite e Francesca Neri spiega che la sua malattia è proprio quella, la cistite che è diventata cronica, “ce l’hai sempre”. A quella si è aggiunta la fibromialgia: “Il dolore fisico è spiazzante perché non c’è una cura, c’è lentamente la comprensione di tutto ciò che può essere scatenante ma dopo il giro dei medici ti rendi conto…”. Ci è voluto tempo per capire tutto questo ma la Neri lancia un messaggio a tutti, il corpo va ascoltato, i segnali ci sono e bisogna fermarsi prima altrimenti poi è troppo tardi.

Francesco Neri, il medico l’aveva avvista che la cistite poteva diventare cronica

“Costretta a isolarmi ho dovuto per forza fare un viaggio dentro me stessa ed è stata un’occasione, quella di rendermi conto di cosa mi aveva portato a stare male. Ho visto anche il mio lato più scuro, che non vuol dire per forza un lato brutto. Ho visto questa mia profondità, questo mio essere doppia ma di esser capace di andare sia di qua che di là; capace di dare la vita per te ma al tempo stesso se io ho bisogno ti chiamo e devi venire, tutto frutto di una fragilità e di una sensibilità che ho dalla nascita. Io ho sempre voluto sfidare…” racconta l’attrice che confida che ha avuto settimane in cui non ha mai visto la luce.

Ribadisce l’importanza di fermarsi, non possiamo sempre fare finta di niente. Invece lei ha continuato a lavorare e a prendere antibiotici, la malattia non l’ha perdonata.

C’è stato un periodo in quei primi tre anni di isolamento che ha iniziato a perdere la lucidità, 5 giorni in cui non dormiva più, aveva confuso il giorno con la notte. E’ stato un quel periodo che ha pensato alla morte: “Mi sono resa conto che avrei potuto farlo, è durato 6 secondi e mi sono talmente spaventata che quella cosa mi ha portato non solo la lucidità ma anche un amore smisurato per la vita”.

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