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A La volta buona l’ossessione per diete e chirurgia inizia a essere disturbante

Non brillano gli ascolti de La volta buona e forse bisognerebbe fare anche una riflessione sui temi che vengono trattati nel programma di Rai 1

la volta buona

Finisce E’ sempre mezzogiorno ti ritrovi, pochi minuti dopo, Anna Moroni che prepara le sue ricette in versione light e riviste per Caterina Balivo a La volta buona. In questa edizione, non è ben chiaro il motivo, non si parla che di diete, di longevità, di alimentazione. Una vera e propria ossessione come quella che gli autori del programma della Balivo hanno anche per la chirurgia estetica. Il programma, che non brilla per gli ascolti, è un contenitore di banalità che sono sempre poi le medesime.

Gente che racconta di diete sbagliate, esperti che danno consigli, persone note che parlano degli errori fatti quando erano giovani e di ritocchini che forse non avrebbero voluto o dovuto fare. Ma è soprattutto questa ossessione per la dieta, e per come se ne parla che preoccupa. Se è vero che ci sono stati anche dei momenti dedicati a storie di chi ha sofferto di disturbi alimentari, è altrettanto vero che parlare almeno 3 giorni alla settimana di diete e di alimentazione, nella declinazione che c’è a La volta buona, inizia a essere disturbante. E dal voler dare un messaggio positivo, si passa forse a un registro che non è quello giusto e che potrebbe far invece arrivare messaggi contro producenti.

La volta buona: contenuti triti e ritriti che non piacciono a nessuno

A quanto pare ad avere questa sensazione di un programma che potrebbe avere del potenziale ma che non ha voglia di provarci, non siamo solo noi, ma anche il pubblico. Siamo passati da una edizione in cui c’erano inviati, collegamenti, dove si parlava persino di casi di cronaca e di attualità, a una edizione ripetitiva e sempre identica a se stessa, per persone in studio, temi e contenuti.

Sono lontani i tempi in cui al pomeriggio si parlava di libri, di cultura, di cose decisamente più interessanti, tempi in cui il pubblico si sorprendeva nell’ascoltare storie poco conosciute, nello scoprire racconti e persone. Oggi rivediamo sempre le stesse persone a parlarci sempre delle stesse cose. E poi questo continuo tam tam sul cosa mangiare, come mangiare, quando mangiare alle due del pomeriggio è davvero insostenibile.

Con il massimo rispetto per i professionisti che arrivano a La volta buona per parlare nel modo corretto di certi temi, facciamo però notare che spesso, i racconti degli ospiti poi, sembrano voler raccontare solo una cosa: magro è bello. E non magro è sano. Che sono due cose diverse anche perchè tutto dipende, come bisognerebbe ricordare, dalla propria situazione medica.

Mettere in onda dei titoli come “metà italiani a dieta-i nuovi metodi per dimagrire” non è la giusta direzione, in un mondo in cui troppo spesso, ragazzi e ragazze, ma anche adulti, hanno bisogno di punti di riferimento diversi. Potremmo provare a parlare anche di altro, dando maggiore spazio a psicologi, terapeuti, persone che esperte di cultura e di altri ambiti, oppure dobbiamo ridurre tutto alle banalità che troppo spesso, si sentono in tv? A fronte di storie importanti da raccontare, di storie che possono essere da esempio, di racconti da condividere, ci sono però momenti che destano non poche perplessità.

Temi La volta buona

E poi se ne parli una volta a settimana, si cerchi altro. E’ davvero possibile che a La volta buona tutto si riduca a quello che succede a Ballando con le stelle o a quello che gli italiani mangiano e all’estetica? Siamo anche altro. Siamo libri, siamo musica, siamo teatro, siamo sport. Siamo storie di persone che affrontano anche altri dolori, malattie ma anche storie positive o belle da raccontare in un salotto in cui, potrebbe davvero esserci spazio per l’inclusione, per l’amore, per la speranza ma anche per la resilienza e per far parlare chi non ha un posto per farlo.

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