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La mammografia utile non solo per il seno ma anche per il cuore

Uno studio del Mount Sinai St. Luke's Hospital di New York, ha dimostrato che oltre al seno la mammografia è utilissima anche a capire eventuali problemi cardiovascolari


L’esame della mammografia è raccomandato per lo screening del tumore del seno ma potrebbe essere utile anche per identificare le donne a rischio di malattie cardiovascolari. Dalle immagini effettuate durante l’esame, infatti è possibile verificare la presenza di accumuli di calcio nelle arterie della mammella, un “campanello d’allarme” che indica la presenza di simili ostruzioni anche nelle coronarie che portano il sangue al cuore. È quanto dimostra uno studio del Mount Sinai St. Luke’s Hospital di New York, presentato al congresso dell’American College of Cardiology e pubblicato in contemporanea sulla rivista JACC: Cardiovascular Imaging . La ricerca ha preso in esame le mammografie digitali di quasi 300 donne, rivelando che nel 42% dei casi erano presenti calcificazioni delle arterie delle mammelle.

Per capire se questo indizio potesse rivelare qualcosa di utile sulla salute del cuore, i ricercatori hanno sottoposto le donne ad una tac dell’addome, per verificare le condizioni delle coronarie. Incrociando i risultati, è emerso che il 70% delle donne con calcificazioni delle arterie del seno presentavano simili placche anche nelle coronarie.

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Questa associazione è risultata essere ancora più forte nelle donne sotto i 60 anni – come leggiamo dal sito oksalute.it – che di certo ancora non pensano di poter avere problemi cardiovascolari: se una donna giovane presenta calcificazioni nelle arterie del seno, spiegano i ricercatori, allora ha l’83% di possibilità di avere simili placche anche nelle coronarie.

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Queste preziose informazioni “sono disponibili in qualsiasi mammografia, senza costi aggiuntivi e senza la necessità di esporsi ad ulteriori radiazioni per fare altri esami. Sfruttandole – afferma il coordinatore dello studio, Harvey Hecht – potremmo identificare tempestivamente le donne a più alto rischio che devono fare prevenzione, anche semplicemente prendendo delle statine, se questo può fare la differenza”.



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