Davide Scabin, lo chef pratica il digiuno intermittente: “20 ore senza mangiare”
Ricordate Davide Scabin accanto ad Antonella Clerici? Oggi racconta il suo cambiamento e il digiuno intermittente che segue
Davide Scabin, lo chef che vanta una Stella Michelin, che abbiamo visto più volte in passato accanto ad Antonella Clerici, a La prova del cuoco, oggi si racconta al Corriere della Sera. E’ cambiato Davide Scabin, confida che si è evoluto, è lui a dire che è sempre stato un uomo primordiale, prima donne e il piacere di bere, oggi osserva il digiuno intermittente ed è finalmente felice e sereno con la persona giusta accanto.
L’unico vizio che gli resta e che purtroppo non è ancora riuscito ad eliminare sono le sigarette, ne fuma ancora due pacchetti al giorno, davvero troppi. Leggi anche Davide Scabin il drammatico incidente in auto
Davide Scabin e il digiuno intermittente
“Faccio il digiuno intermittente: sto 20 ore senza mangiare. In realtà bisognerebbe saltare durante le ore notturne ma io me ne frego del ritmo circadiano” al Corriere Davide Scabin spiega come fa lui il suo digiuno.
“Digiuno di giorno e mangio alle due di notte al termine del servizio. Per esempio, un’insalata di ottimo tonno con cannellini e cipollotto di Tropea. Ogni tanto faccio anche il digiuno vero: una volta sono arrivato fino a 5 giorni” e spiega che in quest’ultimo caso si entra in un’altra dimensione: “Il cervello va ai 500 all’ora”. Ovviamente evitiamo di provarci senza chiedere al medico.
Scabin è sempre stato definito un vero sciupafemmine ma ancora oggi l’indole gli è rimasta, solo che lo chef ha accanto chi gli fa dire parole importanti: “Oggi sto con una persona che mi regala il senso di infinito. Nel 2015 avevo detto basta con le donne, poi è arrivata lei che mi ha ridato profondità e fiducia”.
Si è già sposato una volta e non andò benissimo: “Sono già stato sposato tanto tempo fa. Durò solo 8 mesi, lei come arrivò così se ne andò, dicendo: mi sono sbagliata. Risposarmi? Perché no”. Sarebbe quindi pronto al secondo sì con la nuova compagna.
C’è una fragilità che lo chef stellato racconta, un complesso di inferiorità che ha vissuto fino ai 33 anni: “Ho sofferto per non aver fatto l’università. Mi sentivo di serie b. Il complesso di inferiorità l’ho alla fine perso ma oggi, potendo, mi iscriverei a una facoltà scientifica”.
Da ragazzo è stata la sua mamma a spingerlo a frequentare l’istituto alberghiero, lui invece desiderava fare informatica ma sua madre aveva paura che non avrebbe trovato lavoro. Oggi non sa ancora se deve dirle grazie.