Attualità Italiana

Cassazione, Amanda Knox e Raffaele Sollecito: annullate le sentenze di assoluzione

Necessaria una revisione del processo e una rivalutazione del ruolo dei due ragazzi nell’omicidio di Meredith Kercher avvenuto a Peugia nel 2007


A circa due anni dalla sentenza della corte d’appello che scagionava e assolveva Amanda Knox e Raffaele Sollecito dall’accusa di aver ucciso nel 2007 Meredith Kercher, la studentessa inglese trovata morta a Perugia, arriva un pronunciamento della Corte di Cassazione. Secondo la Suprema Corte il processo è da rifare. Insomma annullate le sentenze di assoluzione degli allora fidanzati accusati dell’omicidio della ragazza. La morte di Meredith, si legge nelle pagine redatte dalla Corte di Cassazione, potrebbe essere avvenuta nell’ambito di un gioco spinto troppo in là e all’interno del quale la ragazza inglese sarebbe stata uccisa. Probabilmente un divertimento al quale Meredith non aveva scelto deliberatamente e volontariamente di partecipare. Annullate le sentenze di assoluzione dei due imputati.
La Cassazione ha quindi ordinato alla Corte d’Assise d’Appello di Firenze un riesame, un processo bis insomma, nel quale rivedere la posizione e la responsabilità di Amanda e Raffaele, secondo la Cassazione implicati in qualche modo nella morte della giovane studentessa inglese.

Il nuovo procedimento quindi, si legge,  dovrà occuparsi “non solo a dimostrare la presenza dei due imputati nel locus commissi delicti, ma ad eventualmente delineare la posizione soggettiva dei concorrenti del Guedè, a fronte del ventaglio di situazioni ipotizzabili, che vanno dall’accordo genetico sull’opzione di morte, alla modifica di un programma che contemplava inizialmente solo il coinvolgimento della giovane inglese in un gioco sessuale non condiviso, alla esclusiva forzatura ad un gioco erotico spinto di gruppo, che andò deflagrando, sfuggendo al controllo”.

Ad insospettire i giudici della Cassazione non solo le incongruenze riscontrate nella versione ad oggi ritenuta ufficiale, le manchevolezze e le contraddittorietà ad oggi ancora non spiegate, ma anche l’atteggiamento di Amanda Knox che in un primo momento aveva accusato dell’omicidio l’innocente e poi scagionato Patrick Lumumba per l’uccisione della coinquilina della ragazza americana:

“La Knox – si legge sempre nel pronunciamento della Corte di Cassazione – seppure molto giovane, era ragazza matura, con un livello culturale adeguato, nata e vissuta in uno Stato la cui legislazione non consente di accusare gratuitamente una persona, pur di liberare se stesso da una situazione imbarazzante”. 

A questo punto non ci resta che attendere per conoscere la verità su un caso di omicidio che ha scosso l’Italia e il mondo intero ormai circa 6 anni fa e che a quanto stabilito in questi giorni ancora non può dirsi risolto.



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