Torino, giustiziato un muratore di 44 anni
Sembra sia stata un'esecuzione pianficata quella in cui ha perso la vita Francesco Daniele, muratore quarantaquattrenne di origini calabrese residente a Crescentino
Un ‘esecuzione in piena regola, a questo fa pensare il corpo dell’uomo ucciso e rinvenuto ieri in provincia di Torino; è stato un contadino, occupato a procurarsi della terra per il suo campo, ad imbattersi nel corpo di Francesco Daniele, 44 anni e residente a Crescentino in provincia di Vercelli, abbandonato nei boschi di Verna Savoia, al confine fra il territorio del comune di Chivasso e la provincia di Vercelli. Il corpo dell’uomo è stato abbandonato riverso a pancia in giù nel sottobosco, la testa coperta di sangue ed una ferita evidente d’arma da fuoco, al momento non è dato di sapere ne il calibro ne il tipo della stessa, al torace; intorno a lui non sono state trovate armi, munizioni o tanto meno bossoli; sembra inoltre che non manchi nulla dei possedimenti dell’uomo: cellulare e portafogli erano ancora nelle tasche e lui non sembrava si preparasse per una fuga o simili. Modalità insomma che fanno propendere gli investigatori ad etichettare il delitto come un regolamento di conti: Daniele, originario di Fabrizia in provincia di Vibo Valentia, era già noto alle forze dell’ordine per un piccolo precedente legato alla droga, alcune dei conterranei che frequentava hanno cognomi noti alle forze dell’ordine e sembra che l’uomo amasse passare del tempo a giocare d’azzardo nel bar di Crescentino, dove è stato anche visto vivo per l’ultima volta: vi si era recato alle 16 di domenica dopo aver accompagnato il figlio da amici e vi era stato visto per l’ultima volta intorno alle 18, la sua golf grigia è stata trovata ancora parcheggiata lì davanti e per finire, sembra dalla ricostruzione dei fatti che abbia seguito volontariamente il suo boia, inoltrandosi a piedi all’interno del bosco dove ha trovato la morte; al momento gli inquirenti sembrano privilegiare la pista dei debiti di gioco.
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