Attualità Italiana

Gubitosi sfida Grillo sui dati Rai: pronto a dare stipendio in beneficenza

Gubitosi replica alle accuse di Grillo e lancia la sfida: se ha ragione lui (il bilancio chiude con 400 milioni di perdite), darà un anno del suo stipendio in beneficenza, altrimenti sarà Grillo a devolverlo


Dopo l’intervento di Grillo a Sanremo, che ha accusato la Rai di essere la “principale responsabile del disastro economico”, è arrivata la replica di Luigi Gubitosi, direttore dell’emittente pubblica dal luglio del 2012.

“Se i suoi dati sono giusti, darò un anno del mio stipendio in beneficenza” ha riferito ieri Gubitosi attraverso un comunicato stampa. “La previsione sui dati del bilancio della Rai che Grillo ha annunciato fuori dall’Ariston è falsa e visibilmente irrealistica – ha affermato il direttore – e sono pronto a fare una scommessa. Se ha ragione lui e il bilancio è peggiorato e chiude con una perdita di 400 milioni, lavorerò un anno gratis e devolverò il mio stipendio in beneficenza alla onlus che Grillo indicherà. Se invece ho ragione io e non solo non c’è un buco raddoppiato ma anzi  i conti sono in grandissimo miglioramento rispetto all’anno scorso, Grillo devolverà la stessa cifra alla Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin o al Premio Ilaria Alpi, di cui ricorre quest’anno il ventennale della scomparsa. Persone che ben rappresentano l’abnegazione, la professionalità e il senso di servizio pubblico che questa azienda esprime e che lui sistematicamente offende”. Poi, amareggiato conclude: “Un conto sono gli attacchi ai vertici aziendali, a cui sono ormai abituato e che fanno parte degli oneri dell’incarico, un conto invece è l’aggressione costante e ingiustificata alla professionalità di migliaia di persone che lavorano alla Rai, che meritano rispetto e che, da direttore generale, non posso accettare”.

Le affermazioni di Grillo a Sanremo – Il leader del Movimento 5 Stelle, nel corso del suo comizio dinanzi al teatro Ariston, ha attaccato la gestione dell’azienda: “Se avessimo avuto una Rai normale e non in mano ai partiti, avremmo avuto anche un Paese normale. La Rai è un servizio pubblico? Vi sembra un servizio pubblico un’azienda che perde 7,8 milioni nel 2010, 7,5 nel 2011 e quasi 5 milioni nel 2012? Adesso la Corte dei Conti ha detto che sta spendendo troppo, dovete abbassare i costi. Dobbiamo riprenderci la Rai: il servizio pubblico senza partiti e senza pubblicità dentro, dobbiamo cambiare l’azienda”. Il primo ad essere attaccato in modo diretto è stato il direttore di Rai 1 Giancarlo Leone, colpevole di aver gioito per la raccolta pubblicitaria che ha superato i costi del festival, poi, più in generale si è passati al vertice Rai che “ha 10.000 dipendenti e prende 1 miliardo e 700 mila euro di canone e dà 1 miliardo e 400 milioni in appalti esterni”. Nel mirino, chiaramente, anche Gubitosi che “ha portato le perdite dall’azienda da 200 a 400 milioni. E ora dove andrà? All’Eni, all’Enel, magari con 4,5 milioni di buonuscita? È questa la Rai che volete? E poi il Tg1, il Tg2 e il Tg3 gestiti dai partiti… basta! Tutto questo avviene con i soldi vostri, pagati con il canone. Allora andate a casa ed appendetevi per i piedi perché questo è un paese al contrario. O vi rovesciate o non capirete niente”. “Fazio – ha concluso Grillo – è una persona per bene, è moderato, ma non è un giornalista, è un programmista-regista, il suo pacchetto è un programma, si porta i suoi autori, il suo ufficio stampa, e abbiamo 13.000 dipendenti della Rai che sono sotto-utilizzati. È finito un sistema, noi dobbiamo ripensare un sistema”.

In effetti, la Corte dei Conti ha avvisato l’azienda: “In sintesi l’andamento dei costi, risulta ancora nettamente superiore ai ricavi pubblicitari con negativi riflessi sul Mol (margine operativo lordo) aziendale; è necessario pertanto che vengano adottate adeguate iniziative volte a conseguire una più significativa razionalizzazione dei costi”.

Allora ci domandiamo: chi devolverà il suo stipendio in beneficenza? Sempre se Grillo accetterà la sfida, sia chiaro. Un’idea ce l’avremo, in tutta sincerità: perché non devolvono tutti e due e la facciamo finita? A loro, di sicuro, i soldi non mancano.



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