Attualità Italiana

Facebook, Bertinoro: indagati cinque dipendenti comunali

Facebook, si sa, è uno dei siti più cliccati nel mondo. Da qualche anno a questa parte spopola in tutta Italia e numerosi sono gli uffici pubblici e privati che hanno posto il divieto del suo utilizzo durante le ore lavorative. Già in passato sono scattate diverse denunce, partite dai datori di lavoro nei confronti […]


Facebook, si sa, è uno dei siti più cliccati nel mondo. Da qualche anno a questa parte spopola in tutta Italia e numerosi sono gli uffici pubblici e privati che hanno posto il divieto del suo utilizzo durante le ore lavorative. Già in passato sono scattate diverse denunce, partite dai datori di lavoro nei confronti dei loro dipendenti in quando l’utilizzo di Facebook costituisce una diminuzione dell’attenzione e una distrazione dagli ordinari compiti da svolgere. Anche nel comune di Bertinoro, un paese nel forlivese, è partita una indagine nei confronti di cinque dipendenti comunali che hanno utilizzato il sito per scopi personali.

 Per i cinque dipendenti accusati si tratta di peculato e abuso di ufficio per aver utilizzato internet solo per uso strettamente personale. Gli indagati, però, si difendono dalle accuse con una linea difensiva che richiama la tutela della privacy del lavoratore. Insomma si è dato il via ad una battaglia legale vera e propria fra il comune e i lavoratori dal momento in cui gli inquirenti hanno sequestrato i computer usati dai dipendenti per analizzare il contenuto della memoria e scoprire quali siano stati effettivamente i percorsi compiuti dagli stessi, durante le ore lavorative. E’ risaputo, infatti, che dall’analisi della memoria di un computer è possibile risalire ai dati immessi dagli utenti e tutti gli accessi a internet effettuati, compresi anche gli accessi al portale di Facebook. Da quanto risulta dalle fonti ufficiali, gli investigatori non avrebbero chiamato in causa il sindaco di Bertinoro e tutti gli assessori comunali, i quali anzi, avrebbero offerto anche una collaborazione nelle indagini.

Giselda Cianciola



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