Attualità Italiana

La storia dei sei fratelli di Giaveno: in camice combattono il COVID19, sono tutti medici

La storia dei sei fratelli di Giaveno: in camice combattono il COVID19, sono tutti medici. Ecco chi sono

Il grazie più grande, in questi giorni, va a chi combatte negli ospedali, spesso senza avere neppure i dispositivi appropriati. Una storia che ci ricorda i tempi della guerra, quando i soldati italiani venivano mandati in Russia con le uniformi estive, senza scarpe adeguate. Oggi in trincea, a combattere contro un nemico che fa paura, ci sono medici, infermieri, operatori soci sanitari. E ci sono anche sei fratelli che, in posti diversi, ma uniti dallo stesso intento, lottano per salvare vite. La storia di questa famiglia, raccontata al settimanale La Valsusa, ha fatto in poche ore il giro del web. Dalla carta stampata ai siti on line, perchè abbiamo anche bisogno di queste notizie.

LA STORIA DEI SEI FRATELLI CHE COMBATTONO CONTRO IL COVID19 IN CAMICE

Sei fratelli e sorelle medici, parte di una numerosa famiglia di Giaveno, in provincia di Torino, sono impegnati sul fronte del coronavirus: sono Davide, Pietro, Emanuele, Barbara, Maria e Alessandra Tizzani. Padre medico, sono tutti specializzati in medicina di pronto soccorso (la famiglia è composta da undici fratelli). I medici lavorano nei principali ospedali del Torinese, dalle Molinette al Giovanni Bosco al San Luigidi Orbassano.

La notizia l’ha lanciata il settimanale locale La Valsusa e subito è rimbalzata sui social. “Dietro mascherine e visiere – scrive il periodico valsusino – ci sono volti giovani, tutti in trincea, impegnati in questa estenuante lotta ad un nemico invisibile”.

L’articolo completo è stato pubblicato sull’edizione cartacea del giornale che racconta la storia di questi sei fratelli che oggi, come in una trincea, combattono questo nemico che fa paura.

A loro, come a tutti i medici che combattono in prima linea, agli infermieri, al personale socio sanitario, a tutte le persone che stanno lavorando in ospedale, dagli addetti alle mese a vigilantes, va il nostro grazie più grande.

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