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Scuola ultime notizie: cosa cambia dal 27 ottobre dopo l’ultimo Dpcm

Scuola, cosa cambia dopo l'ultimo Dpcm che entra in vigore a partire dal 27 ottobre

scuola cosa cambia

Il nuovo Dpcm emanato dal Governo, che ha deciso per la chiusura di attività sportive e culturali in primis, ha allargato le nuove restrizioni anche alla scuola che adesso dovrà adeguarsi in fretta e rivedere l’organizzazione della didattica a partire da domani, 27 ottobre. I direttori scolastici avranno dunque 24 ore di tempo per apportare le modifiche necessarie allo svolgimento delle lezioni nel rispetto delle nuove regole anti-Covid. In queste ultime ore sono state moltissime le polemiche dei presidi che continua a chiedere al ministro Azzolina di poter decidere in modo autonomo. La stessa ministra intervistata da Fabio Fazio ha dichiarato che auspica che si possa decidere anche in base al numero di studenti di una scuola, visto che non sempre tutte le situazioni sono simili. Inoltre auspica che le regioni nelle prossime settimana, spendano i soldi che sono stati investiti per i nuovi bus, in modo da provare a risolvere il problema degli spostamenti casa-scuola.

Scuola, cosa cambia dal 27 ottobre dopo l’ultimo Dpcm

Per il momento va detto che per quanto riguarda la scuola primaria e secondaria di primo grado nulla cambierà. Il Ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ha ribadito l’importanza di continuare a fare lezione in presenza per i bambini piccoli perché l’interazione tra alunni e con le maestre è uno strumento fondamentale per la crescita. Molto cambierà invece per le scuole secondarie di II grado, ovvero le superiori. Qui, essendo gli studenti più grandi e dunque anche più autosufficienti, il Governo è intervenuto con misure restrittive caldeggiando il ritorno alla didattica a distanza in quanto più facilmente applicabile rispetto a bimbi di scuole elementari e medie.

Presenza in classe ridotta al minimo alle superiori

Non sarà solo didattica a distanza anche se la presenza in classe sarà ridotta ai minimi termini, così come si legge nell’ultimo Dpcm. L’obiettivo è, come facilmente intuibile, quello di limitare l’affluenza dei ragazzi sui mezzi pubblici negli orari di punta. Per gli studenti delle scuole superiori, dunque, sarà prevista DAD (didattica a distanza) al 75%. Una percentuale molto alta, dunque, che ridurrà al minimo le lezioni in compresenza. Il nuovo Dpcm recita così: “Fermo restando che l’attività didattica ed educativa per il primo ciclo di istruzione e per i servizi educativi per l’infanzia continua a svolgersi in presenza, per contrastare la diffusione del contagio, previa comunicazione al ministero dell’istruzione da parte delle autorità regionali, locali o sanitarie delle situazioni critiche e di particolare rischio riferite agli specifici contesti territoriali, le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado adottano forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica“.

Sarà una giornata convulsa, dunque, per le scuole superiori che dovranno allinearsi alle nuove disposizioni che saranno valide almeno fino al prossimo 24 novembre. Poi il Governo valuterà nuovamente la situazione dei contagi e valuterà il da farsi per il mese di dicembre. La didattica a distanza sembra essere a oggi lo strumento considerato più idoneo da Conte e dal Cts per cercare di diminuire i rischi di contagio.

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