Attualità Italiana

Caso Liliana Resinovich: il cordino e il dna maschile, siamo vicini alla svolta?

Potrebbe arrivare nelle prossime ore una svolta sul caso Liliana Resinovich: il cordino potrebbe essere utile per isolare il dna del suo presunto assassino

liliana ultime notizie

Saranno 3 mesi il 14 marzo, dalla scomparsa di Liliana Resinovich. Tre mesi in cui di questa donna si è detto qualsiasi cosa. Sappiamo quali fossero le sue abitudini, sappiamo tutto del suo passato e del suo presente. Ma non sappiamo che cosa è successo il giorno in cui Lilly è morta. Non possiamo neppure escludere ancora che si sia tolta la vita. Non sappiamo se è stata uccisa. Nelle ultime ore però, stando anche a quanto raccontano i media locali e le trasmissioni televisive che da tre mesi seguono questo caso, ci sarebbero delle novità che porterebbero a una svolta. Quando il cadavere di Liliana è stato ritrovato, sono stati trovati anche degli oggetti sui cui si è concentrata tutta l’attenzione di chi indaga per provare a capire se quel corpo fosse stato portato lì o se Liliana si fosse tolta la vita. Ebbene, nelle ultime ore, i risultati scientifici avrebbero dato delle risposte: ci sarebbero infatti delle tracce di dna maschile sul cordino che stringeva le buste intorno al capo di Liliana. Il che significherebbe che qualcuno ha messo i sacchetti intorno alla testa di Lilly e che non si sia tolta la vita da sola. Potrebbe, perchè è chiaro, se si trattasse di un oggetto di Liliana e Sebastiano, se anche ci fosse il dna dell’uomo su quel cordino, non significherebbe necessariamente che sia l’uomo l’assassino.

E’ davvero possibile che un assassino, capace di non farsi prendere per tre mesi, possa aver commesso l’errore di non usare i guanti e di lasciare quindi le sue impronte anche sul cordino usato per questo omicidio? O lo ha fatto sapendo di poter dire che quell’oggetto, poteva esser stato usato in altre occasioni? C’è da dire che se l’ultima a toccare il cordino fosse stata Liliana, le sue impronte sarebbero predominanti, mentre quelle di una persona che lo ha usato in precedenza, sicuramente, sarebbero di numero inferiore. Solo chi sta indagando ha al momento le risposte. Ben poco trapela se non questa indiscrezione che non è stata comunque confermata e che non ha cambiato neppure le carte in tavola: allo stato attuale infatti, non ci sono indagati per l’omicidio di Liliana.

Le parole del procuratore sul caso Liliana Resinovich

Ma come mai dai ieri si parla di una possibile svolta in questo caso? Per le parole del procuratore capo di Trieste, Antonio de Nicolo che ieri si è detto fiducioso sugli esiti delle indagini sulla morte di Liliana Resinovich. Il procuratore ha dichiarato: “le forze in campo stanno facendo il massimo che si può fare. Sono a contatto quotidiano con loro, so che ci sono dei piccoli progressi per capire tante cose, ma fino a quando il quadro non ci è chiaro abbiamo deciso di auto consegnarci al silenzio.”

E ancora: “Sul caso Resinovich tutti parlano tranne noi che abbiamo scelto la via del silenzio. Il vero investigatore è la squadra mobile dotata di veri investigatori deve lavorare con pazienza senza far trapelare nulla di quello che sta facendo. Molti altri fanno rumore noi no.” Ed è proprio vero. In questi tre mesi, in tv, sui giornali, sul web si è parlato della vita di Liliana, di tutto quello che ha fatto e faceva. Nessuno potrà mai sapere però quello che realmente questa donna ha provato, quello che stava succedendo nella sua vita. La speranza di tutti è comunque quella che si possa arrivare il prima possibile a un epilogo per dare giustizia a Liliana.

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