Attualità Italiana

Morte Giuseppe Pedrazzini, l’autopsia esclude l’omicidio? Parla il legale degli indagati

Le ultime notizie sul caso Giuseppe Pedrazzini: non sarebbe morto a causa di un annegamento nel pozzo

giuseppe pedrazzini

Dopo le parole di Marta, la moglie di Giuseppe Pedrazzini, si attendono i risultati dell’autopsia per scoprire se davvero la donna ha raccontato la verità su quanto accaduto i primi di marzo nella casa di Toano in cui lei viveva con Beppe e con sua figlia Silvia, suo genero Riccardo e il nipotino. Marta ha spiegato che suo marito è morto per cause naturali e che successivamente, è stato gettato nel pozzo. Non ha però voluto aggiungere altro: non ha detto di chi è stata questa idea, non ha spiegato il motivo di questo gesto. E si attende quindi di conoscere tutto il carteggio degli esami autoptici per capire che cosa è successo davvero a Beppe. Le prime indiscrezioni, arrivano da Ernesto D’Andrea, il legale di Riccardo e Silvia Pedrazzini. L’avvocato, nelle ultime ore ha dichiarato: “I primi risultati dell’autopsia sul corpo di Giuseppe Pedrazzini escludono l’omicidio“. 

Silvia Predazzini e Riccardo Guida, dopo le dichiarazioni rese da Marta, non hanno voluto parlare del suo racconto e non hanno mai detto nulla sulla morte di Beppe o sul possibile occultamento del cadavere dell’uomo; al momento la posizione dei due, è al vaglio della procura assieme a quella della vedova di Giuseppe, Marta Ghilardini. Ricordiamo che al momento sia la vedova che gli altri due indagati, sono appunto accusati di sequestro di persona, omicidio, soppressione di cadavere e truffa ai danni dello stato. L’accusa di omicidio, potrebbe cadere, qualora l’autopsia confermasse che non si è trattato di omicidio.

La morte di Giuseppe Pedrazzini: non sarebbe annegato nel pozzo

Al momento, pare possa essere esclusa la pista dell’annegamento. Giuseppe Pedrazzini non sarebbe stato gettato nel pozzo mentre era vivo. Lo confermerebbe il fatto che non è stata trovata acqua nei polmoni dell’uomo.

L’avvocato D’Andrea riporta il resoconto parziale del medico-legale incaricato dalla difesa: “Nei polmoni di Pedrazzini non c’era acqua, quindi si esclude l’annegamento. I segni di frattura sulle vertebre sono compatibili con la caduta nel pozzo. Attendiamo ancora gli esiti degli esami tossicologici ed istologici“, precisa poi l’avvocato. Non si può infatti escludere al momento che l’uomo possa essere morto dopo aver ingerito dei farmaci.

Non è stato ancora possibile capire quando Giuseppe Pedrazzini è morto. I parenti lo hanno visto per l’ultima volta in circolazione nel mese di gennaio, e hanno parlato con lui per l’ultima volta intorno a febbraio. Poi quando provavano a mettersi in contatto con l’uomo, si diceva loro che non era possibile parlare con Beppe. Secondo la moglie di Pedrazzini, l’uomo sarebbe morto i primi di marzo, forse l’8 ma prima viveva in casa come segregato, senza avere contatti con l’esterno. L’11 maggio i Carabinieri hanno casualmente trovato il suo cadavere nel pozzo. Nessuno aveva denunciato la scomparsa dell’uomo.

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