La famiglia Poggi non ha paura della verità: l’avvocato Tizzoni parla del “piccione”, l’identità è nota
L'avvocato della famiglia di Chiara Poggi ricorda in tv che all'epoca, si fornì anche il nome del famoso "piccione" e svela chi era

Nella puntata de La vita in diretta in onda il 6 giugno 2025, l’avvocato Tizzoni, legale della famiglia di Chiara Poggi, ha spiegato quella che è oggi la posizione dei genitori della ragazza uccisa a Garlasco. In questi giorni più che in passato, la richiesta di rispetto, da parte della famiglia, ha sollevato molte questioni su come il caso viene trattato in tv. L’avvocato ha spiegato che la famiglia ha sempre ascoltato tutto senza commentare ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’intervista a Le Iene durante la quale un uomo ha detto che Chiara Poggi aveva una relazione con un uomo più grande di lei e che in paese lo sapevano tutti. Di fronte a questo, la famiglia Poggi, ha deciso di farsi sentire.
La famiglia Poggi non ha paura della verità: parla il legale
“La famiglia Poggi non si è mai sottratta ma se ci sono delle cose da riscontrare o cose da dire, se l’autorità giudiziaria deve fare verifiche è giusto che vengano fatte. Quello che ferisce sono le illazioni che non trovano nessun elemento oggettivo. Nell’intervista mostrata in tv sono state mostrate delle parole dette da un uomo che è morto. Procederemo nelle sedi legali giuste. La famiglia Poggi non ha nessuna paura degli accertamenti. Chiara Poggi poteva avere avuto anche qualche simpatia per dei colleghi ma meno male che ce l’ha avuta. Forse stava vivendo una grave crisi sentimentale con il fidanzato e magari si stava guardando intorno. Siamo stati noi nel 2014 a introdurre il tema del “piccione” anche per far notare che forse appunto, Chiara e Alberto erano in crisi” ha detto l’avvocato Tizzoni.
“Avevamo fatto ai tempi delle ricostruzioni, era stata sentita anche l’amica dagli inquirenti. Avevamo individuato un ragazzo, che era in vacanza al sud Italia quando Chiara è stata uccisa. Noi avevamo fatto il nome e il cognome di quello che poteva essere “il piccione”, un collega di lavoro. Non mi sembra che si possa arrivare a offendere la memoria di Chiara su queste mail. Sono dati che trovano conferma anche nelle sentenze. La criticità del rapporto tra Chiara e Alberto era evidente” ha aggiunto il legale.
“Sulla base di quello che è uscito fino ad adesso posso dire che sul signor Sempio ci sono le stesse contestazioni che sono state fatte negli ultimi nove anni” ha poi commentato il legale ricordando che Andrea è stato indagato per nove anni e non è mai stato trovato nulla di compromettente. Poi se ci saranno degli elementi nuovi, allora si faranno le dovute valutazioni.
L’avvocato ha commentato anche il ruolo delle sorelle Cappa, ricordando che al momento non sono indagate. “Non possiamo pretendere dalla famiglia Poggi un atto di fede di credere in qualcosa che non ha fondamento. La vicenda processuale porta ad Alberto Stasi. Nell’abitazione non ci sono tracce che collocano nell’abitazione altri soggetti. Tutti gli indizi a carico di Stasi li hanno convinti di questo. Se emergerà qualcosa di nuovo si vedrà, a oggi non si vede” ha detto il legale della famiglia Poggi.